Rignanese, l’ultima caduta del renzismo
Retrocessa l’ex squadra di Renzi. Bacci: brutta figura? Quella di Matteo...
È caduto anche l’ultimo bastione. Il primo venne giù con grande fragore la sera del 4 dicembre 2016, con la sconfitta del Sì al referendum costituzionale e le dimissioni di Matteo Renzi da premier. Poi fu la volta del Comune, che nel giugno 2017 il sindaco ribelle — verso i Renzi, in particolare babbo Tiziano — Daniele Lorenzini riconquistò battendo il Pd. Poi il 4 marzo scorso è arrivata la batosta delle Politiche.
Per Rignano, prima patria del renzismo, poteva bastare così. E invece no. Domenica scorsa è caduta l’ultima stella: la Rignanese, dove l’ex leader Pd ha giocato da adolscente e che negli anni scorsi aveva fatto la scalata dalla Prima Categoria alla Serie D, è retrocessa in Eccellenza. Fatale lo spareggio contro lo Scandicci, che si è imposto per 2 a 0. Eppure la squadra di Rignano giocava in casa e per salvarsi le sarebbe bastato un pareggio. Non solo: avrebbe potuto evitare i playout, battendo all’ultima partita della stagione l’Argentina Arma, già retrocessa, che invece si è tolta la soddisfazione di fare la corsara. «Un po’ come Renzi che ha sbagliato due rigori: prima il referendum, poi le elezioni», fanno notare in paese con un sorriso amaro, ricordando che l’ascesa della squadra fu strettamente legata a quella dell’ex premier. L’uomo che, a suon di investimenti, ha portato la Rignanese dai campetti di periferia alla serie D è infatti Andrea Bacci, imprenditore, amico di famiglia e primo finanziatore dell’ex leader del Pd. Lui, che qualche anno fa ha lasciato la società nelle mani del cugino e braccio destro Fabio Bettucci, oggi dice: «La società ha fatto cose eccezionali. La verità è che il calcio di oggi non dà la possibilità di mantenere in serie D la squadra di un paese piccolo come Rignano». È la stessa cosa che si mormora in paese, dove non è mancato qualche malumore perché nei due anni di Serie D hanno giocato un po’ meno rignanesi doc e un po’ più giocatori presi da fuori.
Ascesa troppo rapida, un po’ come Renzi che in 10 anni è passato dalla presidenza della Provincia di Firenze al governo dell’Italia? «La differenza è che la Rignanese ha fatto un figurone, Matteo ha fatto una figura di m....» risponde Bacci. Anche per lui gli ultimi anni non sono stati facili, tra il concordato preventivo per la sua società Coam costruzioni, gli spari contro la sua auto da parte di due uomini (poi arrestati e condannati) che vantavano con lui un credito di 270 mila euro e la cessione della Lucchese. C’è chi dice che si sia sentito un po’ abbandonato dai Renzi. «Auguro a Matteo di riprendersi da questo triste momento», dice Bacci. E la Rignanese? «Sono sicuro che farà un grande campionato in Eccellenza».