La Giustizia a Novoli, in cinque sculture
Taglio del nastro per le opere degli artisti vincitori del bando del Comune
A dare il benvenuto ai visitatori del Palazzo di Giustizia, avvicinandosi dall’entrata principale, da oggi sarà una figura geometrica ipnotica, riflettente, che simboleggia l’armonia, la giustizia come equilibrio. L’ha scolpita un giovane artista giapponese, Shigeru Saito, e si intitola «Prima del tramonto».
Arrivando invece dal lato opposto, dal parco di San Donato, è l’enorme fontana «J» come «Justice» a fare gli onori di casa: dalla cima spruzza una piccola quantità d’acqua ed è opera del kosovaro Sislej Xhafa. Sono due delle cinque nuove installazioni inaugurate ieri: cinque opere per cinque artisti che hanno vinto il concorso bandito dal Comune nel 2015 — per il quale sono pervenute 228 domande — in base alla legge 717 del 1949 che impone alle amministrazioni pubbliche, o imporrebbe, non prevedendo sanzioni, di destinare una quota degli investimenti nell’edilizia pubblica nell’acquisto di opere d’arte. «Firenze è uno dei pochi Comuni che la applica e anzi vorrei proseguire — ha annunciato il sindaco Nardella — magari con gli inStranieri vestimenti per la tramvia». All’interno dell’edificio si trovano le altre tre: l’alto e scuro pannello «Giustizia» di Antonio Violetta, l’arco stellato della pratese Virginia Zanetti che nel nome richiama il celebre monito di Kant «Il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me», e quello che l’autore Mauro Pace ha definito «un organismo caotico che rappresenta l’aggregazione di una moltitudine in trasformazione» dal titolo «Metabole». Realizzato insieme a Saverio Villirillo e Gregorio De Luca Comandini. «Vogliamo lanciare un’alleanza tra cultura e giustizia, tra arte e diritti. Un’alleanza bella ma ahimè controcorrente» ha aggiunto Nardella tagliando il nastro.