Pisa, la cupola del Duomo come 500 anni fa
Restaurati i dipinti dei fratelli Riminaldi e installate le nuove vetrate in Battistero
Il velo che oscurava la bellezza dei dipinti della cupola del Duomo di Pisa è stato finalmente rimosso. Dopo due anni di lavori il restauro dell’opera dei fratelli Orazio e Girolamo Riminaldi, raffigurante l’Assunzione della Vergine e i Santi, è terminato.
Il dipinto a olio su muro fu realizzato dal 1627 al 1630 e restaurato tra l’Ottocento e il Novecento: grazie a due milioni di finanziamenti dell’Opera Primaziale Pisana, i restauratori hanno messo mano a circa 1260 metri quadrati di pitture murali, sotto la supervisione della Soprintendenza e della direzione dei lavori composta da Gianluigi Colalucci e Carlo Giantomassi.«È stato recuperato un capolavoro pressoché sconosciuto. Nella cupola è rappresentata l’Assunta, a cui è dedicata la Cattedrale», ha spiegato Giantomassi, durante la presentazione ufficiale.
È dunque stato un doppio recupero: non solo dal punto di vista storico e artistico, ma anche religioso. «È stato un restauro abbastanza complesso: ha tolto quella specie di velo che offuscava i dipinti, restituendo così le tonalità morti forti e intense volute dall’artista – aggiunge l’esperto — Riminaldi si era formato a Roma come caravaggesco. Quando venne chiamato a dipingere a Pisa abbandonò il carattere caravaggesco e si ispirò alle grandi cupole romane barocche. Non a caso la figura della Madonna deriva da quella realizzata dal Domenichino, nella chiesa di Santa Maria in Trastevere a Roma. Una citazione diretta e precisa». Oltre all’opera dei Riminaldi, sono state restaurate anche i dipinti su intonaco della parte alta del cleristorio e il soffitto ligneo intagliato, dipinto e dorato. Recuperate e ricollocate dopo decenni le figure dei quattro evangelisti posti sui pennacchi al di sotto della cupola, dipinte da Michelangelo Cinganelli tra il 1596 e il 1597: tali pennacchi «furono fatti strappare da quella sede nel 1954 dall’allora soprintendente Piero Sanpaolesi, per studiare la struttura muraria sottostante», spiega Pierfrancesco Pacini, presidente dell’Opera della Primaziale Pisana.
Sono state anche illustrate le nuove quattro vetrate installate nel Battistero: sono state progettate dall’artista grossetano Francesco Mori, vincitore di un concorso internazionale bandito dall’Opera Primaziale con il contributo della Fondazione Pisa, e realizzate a Firenze. Esse raffigurano San Ranieri, patrono di Pisa; Paolo VI, San Giovanni Paolo II nel momento dell’attentato in Piazza San Pietro e Giuseppe Toniolo. Le vetrate completano il ciclo decorativo insieme alle altre dieci risalenti all’Ottocento e restaurate da «La Venaria Reale» di Torino.