SE IL VIGILE HA LO SPONSOR
Come molte altre scelte, anche il progetto di assumere nuovi vigili urbani grazie a sponsor privati può essere letto sotto due angolazioni. Si può interpretare come una confessione d’impotenza da parte della giunta comunale, quasi un’ammissione che a Firenze qualcosa non va, dalla malamovida notturna alla diffusa sensazione d’insicurezza. Ma vi si può scorgere un apprezzabile desiderio d’invertire la rotta, oltre alla conferma che esistono privati pronti a investire sul futuro della città. Un futuro, per altro, compromesso anche da scelte del passato. Se la Municipale fatica con gli attuali organici ad assolvere i propri compiti una delle cause è la trasformazione del corpo che ha portato alla sua progressiva burocratizzazione. Fino agli anni ’70 quello dei vigili era stato un corpo quasi militare. Gli ufficiali dovevano avere fatto almeno il sottotenente di complemento (lo storico comandante Recchi veniva dai Lupi di Toscana) e per tutti la selezione prevedeva requisiti di prestanza fisica, legati alla specificità delle condizioni d’impiego. In compenso dopo trent’anni di servizio i vigili potevano andare in pensione col massimo dei contributi: un privilegio analogo a quello dei militari, che evitava l’invecchiamento degli organici. La riforma ha fatto progressivamente diventare i vigili in impiegati con le divise: e nemmeno più le belle divise disegnate (gratis) da Emilio Pucci. Nel frattempo però la trasformazione della società e alcune scelte amministrative gravavano la polizia municipale di oneri sempre più pesanti. L’epoca in cui i vigili avevano il tempo di controllare che il fornaio non avesse fatto la cresta sul resto al ragazzino mandato dalla mamma a comprare il pane è passata da un pezzo. La sola opera di contrasto all’abusivismo nelle vie pedonalizzate del centro assorbe il personale in misura un tempo impensabile. Bisogna aggiungere, però, che non è solo una questione di numeri. C’è un’inclinazione a considerare l’esercizio della forza da parte dell’autorità come un’intollerabile violenza, che rende problematico assolvere i propri compiti non solo ai vigili, ma a tutte le forze dell’ordine. Tra il fare e rischiare di essere perseguiti penalmente e il non fare e lasciar fare, è forte la tentazione di optare per la seconda scelta. Non basta avere più vigili: bisogna metterli in condizione d’intervenire anche in piazze schiumanti di malamovida sapendo di essere «coperti». Altrimenti le telecamere, più che prevenire il degrado, rischiano di limitarsi a documentarlo.