Santo Spirito, come si salva il sagrato?
Il priore dopo la foto choc: io alzo le mani. Cancellata sì o no, i fiorentini discutono
L’immagine, nel quartiere, ha lasciato il segno. «Quando domenica mattina abbiamo aperto la basilica non pensavamo di trovarci di fronte a una scena del genere», ammette padre Giuseppe Pagano, priore di Santo Spirito. Davanti all’entrata principale della chiesa gli agostiniani hanno trovato due ragazzi semi svenuti e ancora ubriachi. Lui, appoggiato con la schiena al portone della chiesa, lei semi nuda, con gli slip in bella vista e i pantaloni abbassati. Tutt’attorno i resti della nottata e della movida. «Non ho soluzioni da contrapporre a questo degrado diventato insopportabile — continua padre Giuseppe — L’unica cosa che resta da fare è affidarsi al Comune e alla polizia municipale». Il priore, però, insieme a tanti residenti e commercianti, non vuole cedere all’idea di dover chiudere il sagrato, magari con una cancellata. Lo ha detto ieri anche il sindaco Dario Nardella: «Non è vietando un luogo che si risolvono i problemi ma è con l’educazione e il rispetto. Certo, quella foto pubblicata dal Corriere Firentino mostra che non dobbiamo mai abbassare la guardia. E per questo, giorni fa ho disposto che una pattuglia della polizia municipale possa fare un servizio anti bivacchi anche la mattina. Ma la comunità deve reagire e deve prendersi più cura dei propri quartieri, delle proprie piazze e delle proprie strade. In Oltrarno, oltretutto, ci sono delle realtà associative straordinarie che fanno attività sociali e di cura degli spazi pubblici». La foto domenica mattina è stata inviata anche all’assessore alla Sicurezza Federico Gianassi che ha ritenuto di dover sentire subito Nardella per decidere il da farsi: «Abbiamo concordato che tutti i giorni, sia di notte che al mattino prestissimo, una pattuglia perlustri la piazza». Contrario a incatenare il sagrato anche il presidente dei Bianchi di Santo Spirito Marco Baldesi: «Penso a una soluzione identica a quella adottata per l’Arengario di Palazzo Vecchio, con le fioriere che bloccano la gente sulle scalinate. Ma serve soprattutto un tavolo a cui devono partecipare istituzioni, associazioni, forze dell’ordine, residenti e commercianti, nel quale tutti si assumano le proprie responsabilità».