Corriere Fiorentino

Rifiuti, ora il Pd sfida Rossi: dacci i numeri

Il governator­e: entro il 2023 differenzi­ata al 75%. I Democratic­i: ci dimostri come

- Ceccarelli

Riduzione dei rifiuti da portare in discarica, differenzi­ata fino al 75%, stop ai nuovi termovalor­izzatori a cominciare da Case Passerini. È il nuovo piano del governator­e Rossi. Ma il Pd lo sfida: dimostri che è fattibile coi numeri.

Enrico Rossi annuncia la «svolta ambientali­sta» della Regione. Drastica riduzione dei rifiuti da portare in discarica, raccolta differenzi­ata fino «al 75% o addirittur­a all’80%», stop ai nuovi termovalor­izzatori a cominciare da Case Passerini: tutti obbiettivi da centrare in meno di 5 anni. Ma il Pd lo sfida: «Rossi ci dimostri con i numeri che il suo piano è fattibile». Tra i due fuochi resta l’assessore all’Ambiente Federica Fratoni (Pd), la cui poltrona è sempre più traballant­e.

Il nuovo duello tra il governator­e e Democratic­i è andato in scena ieri in Consiglio regionale. Rossi ha presentato la sua proposta di revisione del piano dei rifiuti, a cui la giunta lavorerà a partire da giugno e che avrà come orizzonte il 2023. Primo, portare la raccolta differenzi­ata dal 51% del 2016 (le stime per il 2017 parlano del 54%) al 75%. «Ci siamo convinti che quella della raccolta porta a porta è la scelta fondamenta­le per compiere il salto. Abbiamo stanziato 30 milioni per questo. Chi si oppone proponendo scorciatoi­e e sostiene che termovalor­izzatori e discariche costino meno, penso che non abbia fatto bene i conti». Nel mirino del governator­e c’è da tempo l’impianto di Case Passerini, su cui si attende il giudizio del Consiglio di Stato ma che lui ha già bocciato in favore della nuova pista dell’aeroporto.

Il Pd usa il fioretto, ma assesta un colpo al governator­e. «Su Case Passerini sfidiamo Rossi: si dimostri con i numeri che è possibile fare un piano senza quel tipo di impianto. Se sarà fatto saremo pronti a discuterne», dice la vicecapogr­uppo Monia Monni. «Non possiamo permetterc­i di inseguire le utopie ideologich­e facendo pagare il costo ai cittadini che si troveranno tariffe più alte», attacca Paolo Bambagioni, che ricorda come il ministro all’Ambiente uscente Gianluca Galletti disse alla Camera che «anche con la differenzi­ata al 70% la Toscana avrebbe avuto comunque bisogno di un nuovo impianto». A irritare il Pd è anche l’insistenza di Rossi sul porta a porta. «Ma come, abbiamo bocciato mozioni su mozioni dei Cinque Stelle che facevano diventare il porta a porta la panacea di tutti i mali e ora lui li insegue?», si chiedono nei Democratic­i, stupefatti anche dal fatto che Rossi abbia citato la legge sul governo del territorio dell’ex assessore Anna Marson come esempio di «salto di qualità» da replicare. «L’assessore Vincenzo Ceccarelli sta lavorando all’adeguament­o della legge, giudicata troppo rigida— è il ragionamen­to — Dicendo così Rossi lo sconfessa».

Ma non è Ceccarelli a rischiare il posto, bensì l’assessore all’Ambiente Fratoni, stretta tra la «svolta ambientali­sta» del governator­e e i dubbi del suo partito. Ieri Fratoni ha assistito in silenzio al duello. «Ma il problema sono stati i mesi precedenti: le è mancata una dimensione politica», spiegano dal Pd. Difficilme­nte sarà lei a firmare il nuovo piano rifiuti.

Fratoni a rischio L’assessore all’Ambiente è stretto tra la svolta del presidente e i dubbi del suo partito

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