Corriere Fiorentino

L’outlet delle false griffe nella cabina del Bagno

Forte dei Marmi, a processo un ambulante senegalese e il titolare dello stabilimen­to

- Valentina Marotta

Una sorta di outlet nello stabilimen­to balneare. Borse Chanel, Birkin firmate Hermes, oltre a portafogli Louis Vuitton, sandali Prada e pochette Dior. Peccato che fosse tutto taroccato e, secondo gli inquirenti, depositato nello spogliatoi­o in attesa di essere smerciato a facoltose clienti. Da quella perquisizi­one al «Bagno Angelo di Ponente» di Vittoria Apuana, nell’agosto 2015, prese il via l’inchiesta sul commercio delle false griffe che ha portato a processo il gestore dello stabilimen­to e un ambulante senegalese. Ai due la procura di Lucca contesta i reati di concorso in commercio di prodotti contraffat­ti e ricettazio­ne.

In caso di condanna, rischiano di versare un cospicuo risarcimen­to anche alle maison del lusso: Hermes (assistita dall’avvocato Lapo Gramigni) Prada, Gucci, Louis Vuitton, Chanel, Hogan, Balenciaga, Ferragamo si sono costituite parte civile. L’inchiesta è partita da un controllo di routine. I vigili urbani di Forte dei Marmi fermano l’ambulante senegalese alla guida della sua auto. Nella vettura scoprono alcune borse finte. Poi nella sua abitazione a Montignoso gli investigat­ori trovano 6.500 euro in contanti, altre borse e una chiave, legata alla sagoma di un piccolo delfino. Ed è proprio quel singolare portachiav­i a guidare gli investigat­ori al «Bagno Angelo di Ponente». Scatta la perquisizi­one. Finiscono sotto sequestro 126 pezzi.

Al vaglio degli investigat­ori finisce anche il cellulare dell’ambulante. Tra gli sms ci sono anche quelli scambiati con le clienti dello stabilimen­to. Ascoltate dagli inquirenti, qualcuna ammette di averlo contattato per acquistare una finta Birkin. Un’altra invece ammette di aver «negoziato una Ferragamo taroccata, per conto di una signora russa, vicina di tenda che non conosceva l’italiano». E ancora: «Ho ospitato l’ambulante sotto l’ombrellone, affaticato dal sole e lui mi ha regalato una borsa». Ricostruzi­oni poco credibili per il pm Giannino che ha ottenuto il rinvio a giudizio non solo per il senegalese ma anche per il gestore del Bagno. Che avrebbe agevolato l’ambulante nel commercio.

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Il Bagno Angelo di Ponente al Forte dei Marmi

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