L’altro Lucarelli lascia il calcio L’omaggio di Livorno
Dopo la A col Parma, Alessandro dice basta: «Faremo una festa»
A Livorno al nome Lucarelli quasi tutti pensano a Cristiano, a «Tenetevi il miliardo», al pugno chiuso sotto la curva nord. E invece no, perché livornese è anche Alessandro, il fratello di due anni più giovane, che da capitano ha compiuto la straordinaria impresa di riportare il Parma in serie A in soli tre anni. Domenica, a 41 anni esatti, ha deciso di ritirarsi dal calcio giocato e adesso la sua Livorno lo ricorda con grande affetto annunciando una festa tutta per lui: «Gli daremo un riconoscimento perché se lo merita davvero — spiega Enrico Fernandez Affricano, Presidente del club Amaranto Mario Magnozzi — a Livorno Alessandro ha dato tanto sia dentro che fuori dal campo».
In città lo ricordano soprattutto da piccolo quando con il fratello Cristiano dava i primi calci al pallone per le strade del quartiere popolare Shangai, dove la famiglia ha vissuto per una vita. Le porte con i maglioni, nessun arbitro a fischiare, partite che duravano ore nel cortile di Via dell’Antimonio. Poi la lunga trafila nelle giovanili del Piacenza, le stagioni al Brescia, alla Fiorentina e infine l’approdo nella sua Livorno, insieme al fratello Cristiano. Quello fu un anno d’oro per la squadra amaranto e tutti ricordano i gol dei fratelli Lucarelli: 24 Cristiano e 4 Alessandro, non pochi per un difensore centrale. Ma oltre al calcio, Alessandro ha lasciato un grande ricordo anche per la sua vita fuori dal campo: «È stato qui solo un anno e mezzo ma è sempre stato un grande professionista e soprattutto un tifoso della squadra della sua città — racconta un veterano della curva nord — tant’è che negli ultimi anni è venuto più volte allo stadio in occasione delle promozioni della squadra». Lucarelli partecipava spesso anche alle iniziative dei tifosi amaranto, tanto che per i 90 anni del Livorno si vestì da calciatore del novecento con i tradizionali pantaloncini alla zuava e gli scarpini di cuoio.
Eppure quando si parla di Alessandro, non può mancare il paragone con il fratello Cristiano: «Sono due caratteri completamente diversi — racconta Curzio Galatolo, storico tifoso che li conosce molto bene — il primo è molto più riflessivo e pacato mentre Cristiano è sempre stato focoso: quando c’era da alzare i toni lui lo faceva. Ed è per questo che a 41 anni Alessandro potrebbe ancora giocare in Serie A: mi dispiace molto che abbia smesso». L’avventura di Alessandro nella sua Livorno però durò poco, troppo poco: solo un anno e mezzo. Motivo: il rapporto ormai lacerato con il Presidente Aldo Spinelli che, dicono i tifosi a bocca stretta, non «amava avere in squadra entrambi i Lucarelli per la loro influenza nello spogliatoio».
Ma la rottura con la città e i livornesi non c’è mai stata: «Sportivamente parlando ha lasciato solo grandi ricordi — spiega Andrea Morini che frequenta ancora la Curva Nord anche da Assessore allo Sport — e anche se in campo era un irruento, ha insegnato la signorilità a molti giovani che sono venuti dopo di lui». Adesso, dopo l’annuncio del ritiro, i tifosi si stanno organizzando per tributargli un premio alla carriera con un unico obiettivo: far tornare Alessandro Lucarelli a Livorno. La sua Livorno.