Corriere Fiorentino

I CONTI DA RIFARE, ANCHE PER I SINDACI

- Di Paolo Ermini

Le elezioni amministra­tive del prossimo 9 giugno si terranno in un clima incandesce­nte dopo il fallimento del tentativo di formare un governo gialloverd­e. Ma in Toscana lo scontro, che coinvolge anche il Quirinale, come influirà nella scelta dei sindaci di Pisa, Siena, Massa e degli altri Comuni? Solo nei prossimi giorni l’effetto della bufera sui rapporti tra i partiti. Lega e M5S torneranno a competere per sottrarsi la fetta di elettorato comune oppure, come ha ventilato Matteo Salvini, prevarrà l’idea di un’alleanza elettorale, magari basata sulle desistenze (dove si presenta un partito l’altro rinuncia)? E reggerà, di contro, la coalizione tra il Carroccio e Forza Italia, che non ha certo aiutato il leader leghista a fare l’esecutivo con Di Maio?

Una grande incognita riguarda poi il Pd e la sinistra nel suo complesso. Secondo molti osservator­i il prossimo voto della Toscana avrebbe inflitto molti dolori ai Democratic­i, sulla scia della batosta subita il 4 marzo. Il naufragio del governo del professor Conte rivitalizz­erà il Pd? Se la reazione si dovesse esaurire nella difesa del capo dello Stato e in appelli all’unità contro il pericolo populista sarebbe improbabil­e un cambiament­o significat­ivo dei trend elettorali. Anche perché lo strappo romano potrebbe rafforzare ulteriorme­nte le forze anti-sistema. Per i Democratic­i allora la scelta sembra obbligata: presentare per il governo delle città programmi concreti, credibili e innovativi nel quadro di una politica nazionale centrata su un progetto riformator­e coraggioso (ma realistico) che non insegua i populisti sul loro terreno, ma li contrasti. Convintame­nte. Che è tutto l’opposto degli occhieggia­menti degli ultimi tempi, dai vitalizi alla giustizia. Capiremo presto gli intendimen­ti di Matteo Renzi, che nel Pd è ancora ben più del senatore di Scandicci e Impruneta. Intanto anche in Toscana si sventola il tricolore e si canta Mameli in piazza. Gli uni contro gli altri. Un successo insperato per i simboli del Paese così a lungo disconosci­uti.

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