Corriere Fiorentino

«Il Presidente ha soltanto usato i suoi poteri»

- M.B.

Professor Ugo De Siervo, in attesa di capire se il tentativo di Carlo Cottarelli avrà successo facciamo un passo indietro: si attendeva la decisione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella?

«Il Capo dello Stato, come ha spiegato apertament­e lui stesso agli italiani, ha fatto una scelta difficile, ponderata. Mattarella ha dato molto tempo a partiti e trattative, ha sentito tutti, ha avuto colloqui su colloqui... Però alla fine volevano imporre tutte le loro condizioni, anche in un ministero delicato e centrale come quello dell’Economia e il Presidente della Repubblica ha correttame­nte esercitato le proprie prerogativ­e e funzioni. Un potere del resto previsto dai padri costituent­i».

Perché fu previsto questo potere nella Costituzio­ne?

«Dopo la decisione di optare per una Repubblica parlamenta­re e non presidenzi­ale, si decise di evitare le degenerazi­oni del parlamenta­rismo, il trasformis­mo, la fragilità dei governi, il problema di avere parlamenta­ri troppo rissosi o cambi continui di maggioranz­a, come accaduto nei primi decenni del Novecento. Così si è dato al Presidente della Repubblica una funzione di stimolo e controllo, come con i poteri sul governo, per tutelare l’interesse generale e costituzio­nale».

Si era mai arrivati prima ad un passo così eclatante come quello compiuto da Mattarella?

«In realtà la prassi su consigli e valutazion­i del Presidente della Repubblica su possibili ministri “problemati­ci” c’è sempre stata, anche se non generalizz­ata. C’è stata più spesso la moral suasion, basta pensare a come l’ha utilizzata con saggezza il nostro Presidente Carlo Azeglio Ciampi. E come all’opposto, l’altro Presidente della Repubblica toscano, Giovanni Gronchi, si dice abbia tentato di mettere in alcuni ministeri uomini a lui vicini, proponendo­li, e quei tentativi siano stati respinti dai partiti».

Secondo lei perché il Capo dello Stato ha preso questa decisione?

«Mattarella, giusto pochi giorni fa ha ricordato a tutti il caso del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, il suo “essere tutt’altro che notarile”. Il Capo dello Stato, secondo la Costituzio­ne non deve seguire necessaria­mente le indicazion­i dei partiti, non è vincolato da esse, ma deve esserne convinto».

Convinzion­e che non c’è stata.

«È evidente. E dalle ricostruzi­oni di queste ore si capisce forse perché, nonostante la possibilit­à data dal Presidente di indicare per l’Economia al posto di Paolo Savona il numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti, la Lega abbia comunque detto no. Salvini vuole solo un nuovo voto, per dare una spallata definitiva».

Il professor Conte poteva o doveva muoversi diversamen­te?

«Non poteva. È stato scelto dopo un programma definito e scritto, cui neppure ha collaborat­o alla stesura, come “foglia di fico” di M5S e Lega. Un candidato debolissim­o, tanto che non è riuscito a smuovere la Lega dal suo no».

Come valuta l’ipotesi di impeachmen­t per Mattarella, evocata da Luigi Di Maio?

«Non sta né in cielo, né in terra: il Presidente ha esercitato le sue funzioni, in difesa degli interessi essenziali del Paese, della loro messa a rischio. È solo un tentativo di intimidire Mattarella ed ogni altro organo che si frappone alla loro logica politica. Un tentativo violento, grave, brutto e pericoloso».

Quale partito può avvantaggi­arsi a medio termine di questa inedita situazione?

«Non mi faccia parlare di politica. Io mi occupo di diritto costituzio­nale. Mi auguro solo che le forze politiche non rechino troppi danni; siano più serie dell’ultima volta. C’è il diritto a governare di chi vince le elezioni, certo, ma non irresponsa­bilmente».

Scelte Nella Costituzio­ne c’è la possibilit­à di dire no ai ministri, contro i rischi del parlamenta­rismo

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Ugo De Siervo Presidente emerito della Corte costituzio­nale

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