Il caffè di Giuliano
M5S e Carroccio in piazza a Livorno, i Dem a Firenze. Ceccardi (Lega): disertiamo il 2 giugno
Lega e M5S contro il Capo dello Stato a Livorno, a Firenze il Pd, pro-Mattarella. La crisi politica rimbalza in Toscana nel mezzo della campagna elettorale per le comunali.
Due manifestazioni, in nome del Tricolore, ma una contro l’altra. La crisi politica nazionale spacca la Toscana, che nell’arco di 24 ore fotografa lo scontro — pro o contro il Capo dello Stato — che agiterà il Paese nei prossimi mesi. Domenica sera, a Livorno, dopo un passaparola sui social network partito subito dopo il no di Sergio Mattarella a Paolo Savona ministro, che ha di fatto sancito il fallimento del governo gialloverde, cinquanta attivisti di Lega e Cinque Stelle si ritrovano davanti alla Prefettura di piazza dell’Unità d’Italia. Tra le fila dei grillini il deputato livornese Francesco Berti e l’assessore comunale allo sport Andrea Morini: «Abbiamo manifestato per dimostrare che non restiamo e non resteremo impassibili a scelte che non condividiamo» attacca Berti. In piazza, i militanti dei due partiti invocano l’impeachment nei confronti del Presidente della Repubblica e mostrano cartelli con il testo dell’articolo 92 della Costituzione sui poteri del Capo dello Stato nella formazione del governo. Ma mentre i grillini invitano gli italiani a esporre il Tricolore alle finestre, davanti alla Prefettura di Livorno i sostenitori del Carroccio hanno le bandiere con Alberto da Giussano. «Ero un po’ imbarazzato a scendere in piazza con i leghisti che avevano portato le loro bandiere — dirà poi Morini — Però il comportamento di Mattarella non ci è piaciuto: lui è il garante della Costituzione ma in questo caso l’ha quasi tradita». Quasi.
Ieri, mentre a Grosseto i grillini lasciano il Consiglio comunale per protesta contro il Quirinale, la risposta del Pd arriva ieri pomeriggio, davanti alla Prefettura di via Cavour a Firenze: 150 persone chiamate a raccolta dai circoli cittadini del partito per difendere Mattarella. Ci sono il sindaco Dario Nardella, la giunta al completo, le parlamentari Rosa Maria Di Giorgi e Caterina Bit, il consigliere d’amministrazione Rai Guelfo Guelfi. Nardella tuona contro «la violenza, l’arroganza e il disprezzo della Costituzione». E aggiunge: «Ora Salvini si prenda la responsabilità del caos, persino i grillini capiscono che il film messo in piedi dalla Lega era solo per ottenere elezioni anticipate». Il sindaco prende in mano il Tricolore, inizia a cantare l’inno d’Italia: «Tutti quelli che credono nella Costituzione, nella democrazia si facciano sentire», incita, spiegando che la l’Europa nacque come reazione al nazifascismo e alla Shoah. «Già era un governaccio, ma ora è chiaro a tutti che quei prepotenti non lo volevano fare — commenta Di Giorgi — Mi rendo conto che la scelta di Mattarella dal punto di vista elettorale avvantaggerà la Lega, ma quando si tratta di princìpi non si può pensare all’interesse di partito. È in ballo l’istituzione stessa della Presidenza della Repubblica». Arriva anche l’adesione del governatore Enrico Rossi all’appello in difesa di Mattarella lanciato dagli ex governatori Vannino Chiti e Claudio Martini. Mentre da Cascina il sindaco leghista Susanna Ceccardi attacca il Quirinale: se molti colleghi del Carroccio hanno tolto la foto del Presidente dall’ufficio, «io la foto di Mattarella non l’ho mai messa — dice Ceccardi — l’ho sempre considerata un retaggio da ancien régime». Il sindaco leghista annuncia la protesta per la Festa della Repubblica: «Tutti noi eletti della Lega siamo pronti a disertare le cerimonie per il 2 giugno contro Mattarella» dice Ceccardi, che poi lancia il tour di Matteo Salvini: stasera a Siena, domattina a Pisa, di seguito a Massa, per tirare la volata delle Amministrative nei tre capoluoghi toscani in cui si voterà il 10 giugno ma anche per «dare un segnale forte e chiaro a Mattarella».
Manifestazioni A Grosseto i Cinque Stelle hanno lasciato l’aula per protesta Oggi Salvini in Toscana