Elisa, uccisa dall’ex e l’appello del vescovo: «Fermiamoci»
Prato, monsignor Agostinelli sulla ragazza uccisa dall’ex: «Riflettiamo, su di noi»
«Stiamo assistendo ancora una volta al fallimento del progetto culturale ed educativo del nostro tempo, perseguito e proteso al protagonismo e all’individualismo». Don Luca Rosati è da moltissimi anni il parroco della chiesa di San Pietro e della Visitazione a Galciana, il popoloso quartiere a ovest di Prato dove viveva Elisa Amato, 30 anni. E dove probabilmente la trentenne ha trovato la morte — per mano del suo ex fidanzato Federico Zini, 25 anni — nella notte fra venerdì e sabato.
Il prete nei giorni scorsi ha fatto visita ai genitori della giovane, «facendo l’unica cosa possibile in questi momenti drammatici, offrendo il mio sostegno e quello della comunità cristiana di Galciana alla famiglia». La sofferenza dei genitori di Elisa si perde nel silenzio che hanno scelto di praticare, di fronte ad una tragedia smisurata. L’omicidio suicidio ha sconvolto la comunità pratese e quella del quartiere, che potrà salutare per l’ultima volta Elisa solo tra qualche giorno. La data del funerale infatti è ancora da stabilire, visto che l’incarico previsto ieri per eseguire le autopsie sui cadaveri dei due ex fidanzati — trovati in macchina a fianco al campo sportivo di San Miniato — è slittato.
Al rito ha fatto sapere di voler partecipare anche il vescovo di Prato Franco Agostinelli, che concelebrerà la messa assieme a Don Lorenzo. Del resto il prete, nella sua riflessione, aveva fatto proprio il pensiero di Agostinelli, che in mattinata lo aveva contattato per mettersi in contatto con la famiglia Amato. «Vorrei esprimere vicinanza alla famiglia — ha detto monsignor Agostinelli — ma penso anche alla famiglia Zini, perché il tragico evento le coinvolge entrambe e le getta in un profondo dolore. Da troppo tempo si ripetono fatti come questo. Tutti dobbiamo sentirci chiamati — aggiunge il vescovo — a fare un esame coscienza ed essere pronti a dare il proprio contributo affinché la nostra comunità abbia come punti di riferimento il rispetto del valore umano e cristiano della persona».
Prosegue in queste ore l’inchiesta della magistratura, che dopo il fascicolo aperto a Pisa per omicidio ha visto aggiungersi ieri un’indagine per lo stesso titolo di reato in procura a Prato: gli inquirenti cercano gli elementi che certificano la premeditazione del crimine da parte di Federico Zini. Federico, calciatore giramondo che aveva appena ottenuto il rinnovo del contratto con la Tuttocuoio aveva atteso Elisa sotto casa a Prato. Lì, mentre era al volante dell’auto del padre, le avrebbe sparato per poi salire in auto e dirigersi in un parcheggio di San Miniato dove si è tolto la vita. L’altra notte era uscito di casa con la pistola, la scatola dell’arma acquistata di recente e un caricatore di riserva.