Santa Croce cresce: altre due concerie e 100 assunti in più
Il distretto conciario di Santa Croce sull’Arno entro l’inizio del 2019 darà lavoro a un centinaio di persone in più: l’aumento di occupazione è dovuto all’arrivo di due grandi gruppi conciari veneti, Dani e Mastrotto. Mentre la prima si appoggerà alla conceria Volpi ed estenderà il suo impianto, la seconda costruirà entro fine anno un nuovo stabilimento. Due novità importanti per tutto il territorio, oltre che per il distretto che ha resistito alla crisi e che ha investito sulla depurazione, storico problema della concia. Oggi quest’attività produttiva è meno impattante rispetto a quarant’anni fa e sono in corso gli ampliamenti nel Depuratore «Aquarno», cuore del progetto «Tubone». Il distretto conta 250 concerie e altrettante contoterziste, distribuite a tra Santa Croce, Fucecchio, Castelfranco di Sotto, San Miniato, Montopoli in Valdarno, Santa Maria a Monte. Seimila i lavoratori permettono di registrare un fatturato complessivo di due miliardi e 400mila euro. Ieri durante l’assemblea annuale dell’associazione conciatori il presidente Alessandro Francioni ha presentato un bilancio di risultati, obiettivi e problemi. «Che ci lascino lavorare in pace», ha detto Francioni riferendosi al delicato quadro politico nazionale. Ne è seguito un dibattito sulla legalità e la sicurezza sul posto di lavoro. «Gestiamo insieme il tema della legalità — dice il sindaco di Castelfranco Gabriele Toti — I soggetti che hanno aggredito un giovane a sprangate l’altro ieri sono noti: hanno già fatto altre operazioni simili e hanno attività. È necessario isolarli». La vittima è un lavoratore del distretto e Francioni ha condannato l’aggressione, affermando che gli imprenditori che si avvalgono di contoterzisti devono fare attenzione ed essere responsabili.