Palazzo Strozzi dà i numeri Abramovic e Verrocchio le prossime star
Aperta la nuova sala. Abramovic e Verrocchio le prossime mostre
La mostra più attesa — mentre ancora è possibile visitare quella bellissima sul Novecento intitolata Nascita di una Nazione e partecipare al The Florence Experiment di Carsten Höller e Stefano Mancuso — a questo punto è la grande retrospettiva su Marina Abramovic in programma dal 21 settembre.
Ma Palazzo Strozzi, mentre presenta il bilancio del 2017, lancia già i progetti del 2019 — con un appuntamento dedicato al Verrocchio e uno, a seguire, a Natalia Goncharova esponente notevole dell’avanguardia russa le cui opere saranno messe a confronto con altre di grandi artisti coevi, due per tutti Picasso e Boccioni. È un programma molto interessante quello a venire, su cui torneremo a breve non prima, però, di aver tirato le somronato me dell’anno scorso. «Il 2017 — hanno spiegato ieri il presidente della Fondazione Matteo Del Fante e il direttore generale Arturo Galansino — si chiude con un bilancio positivo. I visitatori sono stati circa 270 mila e in bilancio i proventi sfiorano i 6,8 milioni di euro». Si tratta di ricavi così suddivisi: 2,6 milioni da biglietteria e bookshop, 850 mila euro come contributi dei soci fondatori, e quasi 3 milioni e 300 mila euro da varie forme di sponsorizzazioni, comprese quelle che arrivano grazie al lavoro dell’Associazione Partners di Palazzo Strozzi e Regione. Non si toccano però i picchi dell’anno precedente quando, grazie all’exploit di Ai WeiWei e l’appuntamento dedicato alla grande arte dei Guggenheim, i visitatori furono 330 mila e i ricavi sorpassarono i 7 milioni e 500 mila euro. «Ma — sottolinea Galansino — quello ottenuto con la grande mostra sul Cinquecento e con quella sul Rinascimento elettronico di Bill Viola è il secondo migliore risultato della Fondazione». Non è un caso che lo scorso anno Il Giornale dell’Arte abbia inco- la prima come la miglior mostra dell’anno, seguita da quella su Bill Viola, e Galansino miglior critico del 2017. Ieri è stato anche il giorno della presentazione del nuovo Museino di Palazzo Strozzi, una sala a ingresso gratuito accanto alla biglietteria dove — accanto al modello in legno di Palazzo Strozzi del 1489 di Giuliano da Sangallo e al ritratto di Filippo Strozzi fatto con pezzettini Lego e donato da Ai Weiwei — due schermi touch screen consentono di conoscere, attraverso immagini e testi, la storia del Palazzo e tutte le sue mostre. Quanto agli appuntamenti a venire sulla Abramovic si sa che, dal 21 settembre, vedremo a Firenze la storia di 50 della sua carriera, che tutto il Palazzo sarà interessato dall’allestimento con video, foto, oggetti e performance e, aggiunge Galansino, «data la peculiarità del suo linguaggio, tutti i giorni in mostra accadranno delle “cose” differenti». Il 22 l’artista incontrerà il pubblico al Teatro del Maggio durante un appuntamento già sold out. Interessante è l’operazione sul Verrocchio che, se a Palazzo Strozzi vedrà le sue opere esposte accanto a quelle di suoi allievi, da Perugino a Leonardo, avrà anche una sede al Bargello dove alcune delle sue opere sono custodite: una per tutte la raffinitassima Dama col mazzolino. Infine la Goncharova: la mostra, prodotta e organizzata con la Tate Modern di Londra, sarà un omaggio all’arte al femminile del XX secolo a confronto con i grandi nomi coevi. Boccioni e Picasso, si diceva, e poi Gaugin, Chagall e Matisse.
Collaborazioni La mostra sul maestro di Leonardo avrà due sezioni anche al museo del Bargello