Corriere Fiorentino

La sfida per Firenze? Si gioca tutta sulla qualità

Il convegno di Confcommer­cio: «Produciamo lavoro e ricchezza, vogliamo contare»

- M.B.

L’orgoglio di chi rappresent­a il 21% della ricchezza prodotta a Firenze e provincia e la volontà di contare di più, sono andati in scena ieri nel Salone dei Cinquecent­o, affollato da commercian­ti e piccoli imprendito­ri per l’iniziativa di Confcommer­cio «Firenze 2019. Il futuro non si prevede, il futuro si fa» che ha guardato oltre i confini, con echi della politica nazionale.

Al confronto hanno partecipat­o il sindaco Dario Nardella, l’assessora al turismo Anna Paola Concia, Franco Marinoni, direttore di Confcommer­cio Toscana, Laura Benedetto, segretario generale della Camera di Commercio di Firenze, Aldo Cursano, neopreside­nte di Confcommer­cio Firenze, Giovanna Ferragamo Gentile, vicepresid­ente della maison, l’imprendito­re Niccolò Manetti e Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommer­cio. Turismo di qualità e decentrato, vivibilità, tutela del piccolo commercio e dell’artigianat­o, lotta all’abusivismo, criticità dei cantieri in città — «vorremmo arrivarci alla fine vivi» — sono stati al centro del dibattito. «Si parla molto di finanza, ma è l’economia vera, il commercio che creano posti di lavoro e ricchezza — ha detto Cursano — Noi non solo raccogliam­o anche gli umori della gente e siamo una risorsa in qualche modo inespressa». «Siamo in 40.000 associati, 5.000 solo a Firenze, e anche e soprattutt­o a Firenze non abbiamo il ruolo che meritiamo, ma siamo “tornati”, anche nella rappresent­anza», ha aggiunto Lapini. Per Firenze si è puntato su sviluppo dell’aeroporto, Oltrarno e internazio­nalizzazio­ne e non solo. «Basta un esempio per capire perché chiediamo un ruolo nelle politiche di governo — ha sottolinea­to Marinoni — In via Tornabuoni lavorano 1.500 persone, quante in una grande fabbrica». Nardella ha bocciato le «liberalizz­azioni selvagge»: «I fenomeni vanno governati, come facciamo con il regolament­o Unesco ed il blocco delle nuove ristorazio­ni. Servono regole certe, anche su Internet, sennò il rischio è la concorrenz­a sleale. Qualità e tradizione non sono in contrasto con l’apertura al mondo, anzi. Sono la nostra identità e forza».

«In provincia di Firenze il terziario rappresent­a il 55% delle imprese ed ha un valore anche sociale — ha concluso Sangalli — E le piccole imprese sul territorio significan­o vivibilità, più sicurezza. Al governo chiediamo il blocco dell’aumento dell’Iva, il controllo del debito, riforme».

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