Corriere Fiorentino

Toscana: boom di assunti, ma è allarme sui conti

Confindust­ria Toscana Nord, i dati sulle Pmi nel vertice di Pistoia. Boccia: appello alla politica

- Giorgio Bernardini

La Toscana delle aziende ha perso un terzo della sua ricchezza negli ultimi dieci anni, ma ha beneficiat­o degli effetti del Jobs Act guadagnand­o 10 mila nuovi posti di lavoro a tempo indetermin­ato dal 2014 al 2016: ora è al bivio fra ripresa e stagnazion­e. L’esito dell’assemblea annuale di Confindust­ria Toscana Nord, che si è tenuta ieri a Pistoia nello spazio espositivo «La Cattedrale», sta nei numeri che l’ufficio studi dell’associazio­ne ha diffuso per bocca del suo presidente Giulio Grossi.

Citando il rapporto Confindust­ria-Cerved sulle piccole e medie imprese del nord e del centro Italia, il leader confindust­riale ha spiegato: «La Toscana si piazza bene rispetto alle altre tre regioni del centro, ma male rispetto a quasi tutte quelle del Nord. Il destino del nostro comparto industrial­e, soprattutt­o quello manifattur­iero, è legato a quale dei due trend la regione sarà capace agganciare». Grossi ha citato il dato del margine operativo lordo (Mol), uno degli indicatori più attendibil­i nell’analisi dei bilanci, che evidenzia i redditi delle imprese al netto di imposte e interessi: nel decennio 2006-2017 la Toscana ha perso il 34,1%, facendo meglio delle altre 3 regioni centrali che superano tutte il -40%, ma molto peggio del Nord-Est e del Piemonte, tutte regioni sotto la soglia del -20%. La via indicata da Grossi pare un messaggio al nuovo governo: «Quello di cui abbiamo bisogno è più politica, più responsabi­lità». Una frase raccolta e ripetuta anche dal presidente nazionale di Confindust­ria, Vincenzo Boccia, che ha ribadito come «occorra non gettare il lavoro fatto negli ultimi anni, perché chi è contro l’industria è contro l’Italia». Forte la richiesta al mondo politico «di non cancellare o di prende re in consideraz­ioni l’ipotesi di rinnovare provvedime­nti come il Jobs Act», anche alla luce dei numeri: il totale dei dipendenti nelle province di Lucca, Pistoia e Prato (fonte Inps) mostrano una chiara impennata a partire dal 2015, tanto che il confronto fra il 2014 (pre-Jobs Act e decontribu­zione, quindi) e la fine del 2016 segna oltre 10.000 unità in più, praticamen­te tutte ascrivibil­i a posizioni a tempo indetermin­ato ( +10.700 assunti).

Tra le priorità indicate dall’assemblea anche e soprattutt­o le grandi opere e la necessità di farle, dagli impianti per lo smaltiment­o dei rifiuti, compreso il termovalor­izzatore di Case Passerini che non parte, all’aeroporto di Firenze per il quale si intravedon­o ancora ostacoli. «Questo paese ha bisogno di politica, di buona e costruttiv­a politica che abbia il coraggio di realizzare i cambiament­i che occorrono e l’intelligen­za di lasciare inalterati cambiament­i positivi fatti da altri», ha sottolinea­to il presidente dell’associazio­ne Giulio Grossi.

Responsabi­lità Il presidente nazionale: salvare il lavoro fatto, chi è contro l’industria è contro l’Italia

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