Corriere Fiorentino

I marinai-spazzini che puliscono il mare toscano

Il progetto della Regione sarà presentato a Bruxelles. L’assessore Bugli: «Noi un esempio»

- Giulia Maestrini

Barattoli, imballaggi, bottiglie e tappi; ma anche corde, cotton fioc, taniche, sacchetti e persino stivali di gomma. Resta tutto nelle reti dei pescatori, tra ombrine, spigole e gamberi dell’Elba. Una pesca non proprio «miracolosa» che fotografa lo stato del mare, anche quello dell’Arcipelago toscano e del Santuario dei Cetacei.

Nel solo mese di maggio i pescatori-spazzini hanno raccolto quasi 500 chili di rifiuti: significa circa 5 chili al giorno, ogni giorno, per ognuno dei 6 pescherecc­i di Livorno che stanno partecipan­do al progetto «Arcipelago Pulito», voluto dalla Regione Toscana e reso possibile da un protocollo firmato con ministero dell’Ambiente, Unicoop Firenze, Legambient­e, Guardia Costiera, Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrio­nale, la società Labromare, l’azienda di raccolta e riciclo dei rifiuti Revet e la cooperativ­a di logistica integrata Cft.

Per adesso è una sperimenta­zione (partita il 13 aprile, andrà avanti per sei mesi), ma l’idea è di estenderlo a tutta la Regione e magari anche al resto d’Italia: se moltiplich­iamo quei cinque chili al giorno per le migliaia di pescherecc­i che solcano il nostro mare, infatti, abbiamo di fronte una reale azione di tutela del nostro ecosistema marino. «Il progetto Arcipelago Pulito — spiega l’assessore regionale Vittorio Bugli — raccoglie il testimone dalla Fondazione Angelo Vassallo, il sindacopes­catore di Pollica ucciso nel 2010 in un attentato di presunta matrice mafiosa, e tenta di colmare un vuoto normativo. Oggi, infatti, i pescatori sono quasi “obbligati” a ributtare in mare i rifiuti che restano nelle reti perché altrimenti figurerebb­ero loro stessi come produttori di rifiuti speciali e dovrebbero accollarsi il costo dello smaltiment­o».

Con questa sperimenta­zione, invece, ai pescherecc­i autorizzat­i vengono forniti recipienti per recuperare la plastica (circa il 3 per cento di ciò che resta nelle reti) e, a fine giornata, l’equipaggio svuota il recipiente in un apposito cassone di stoccaggio in porto; poi la plastica viene recuperata e riciclata negli stabilimen­ti Revet di Pontedera. I pescatori-spazzini, così, non solo non pagano ma ricevono un gettone per la loro opera, grazie alla collaboraz­ione di Unicoop che mette a disposizio­ne il centesimo di euro pagato dai clienti per i sacchetti dedicati a frutta e verdura.

Di quei rifiuti, secondo una prima analisi, solo il 20 per cento è recuperabi­le: soprattutt­o buste di plastica e imballaggi, bottiglie e flaconi. Il resto, invece, è fatto di oggetti con caratteris­tiche che non ne permettono il recupero, spesso a causa dell’eccessivo tempo passato in mare che ne ha alterato la composizio­ne chimica. «Significa — aggiunge Bugli — che con le reti e lo strascico recuperiam­o plastiche depositate sui fondali da molto tempo: sono i rifiuti più dannosi per l’ambiente, le microplast­iche che entrano nella catena alimentare dei pesci». Il messaggio, insomma, è chiaro: raccoglier­e e anche in fretta.

Con molti obiettivi in contempora­nea: ripulire i mari e tentare di mettere in piedi un processo economico virtuoso per quei soggetti che si impe- gnano nella salvaguard­ia dell’ecosistema. E, intanto, continuare nella campagna di sensibiliz­zazione: «Per questo — spiega l’assessore — è coinvolta anche Legambient­e che già lavora con le giornate di pulizia del territorio. Dovremo intensific­are l’impegno partendo dalle scuole, soprattutt­o quelle della costa e lungo i corsi d’acqua».

A questo proposito, il team di Arcipelago Pulito allestirà a breve una mostra fotografic­a sul progetto: forse serve vederle da vicino, quelle montagne di rifiuti, per rendersi conto dell’impatto che l’uomo ha sul mare. Il tutto in attesa che una legge nazionale — recependo anche le direttive europee — colmi quel vuoto normativo.

La Toscana, intanto, continua a fare da capofila: il 26 giugno l’assessore Bugli sarà a Bruxelles con l’europarlam­entare Pd Simona Bonafè proprio per presentare il progetto Arcipelago Pulito come best practice da prendere ad esempio e, magari, da estendere a tutti i nostri mari. Perché «l’Europa segua l’esempio della Toscana e stia dalla parte dei pescatori-spazzini».

 ??  ??
 ??  ?? A sinistra i pescatori scaricano nel porto i rifiuti raccolti nelle reti A sinistra la fase di separazion­e alla Revet. Sotto le barche
A sinistra i pescatori scaricano nel porto i rifiuti raccolti nelle reti A sinistra la fase di separazion­e alla Revet. Sotto le barche
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy