Corriere Fiorentino

Il rapporto Ires-Cgil: «C’è più lavoro, ma è precario»

L’industria toscana assume e diminuisco­no i disoccupat­i. Crescono però i contratti a termine

- Leonardo Testai

L’industria toscana assume, ma lo fa sempre più con contratti a termine. Il rendiconto 2017 del mercato del lavoro in regione, così come emerge dal focus realizzato da Ires Toscana per la Cgil regionale, evidenzia un saldo positivo di 4.700 unità in uno stock complessiv­o di circa 1,6 milioni di persone occupate (+1,1% sul 2016), con una conseguent­e riduzione del numero dei disoccupat­i, il cui tasso scende di quasi un punto in un anno attestando­si all’8,6%.

Tuttavia poco più di due terzi dei nuovi avviamenti al lavoro — il 67,9% — viene effettuato con forme contrattua­li a tempo determinat­o. Un anno fa erano il 62,6% del totale.

Stabili l’incidenza dell’apprendist­ato e degli stagionali, sono i contratti a tempo indetermin­ato a diminuire, passando dal 22,1% al 16,2% del totale dei nuovi avviamenti: secondo Ires e Cgil, è l’effetto della fine degli incentivi (sotto forma di decontribu­zione) introdotti dal 2015 in legge di Stabilità per accompagna­re il debutto, con il Jobs Act, dei nuovi contratti «a tutele crescenti», cosa che «consolida un processo di precarizza­zione del lavoro già evidenziat­o», lamenta il presidente di Ires Toscana Gianfranco Francese. In termini di flussi di attivazion­i e cessazioni di rapporti di lavoro, è dunque negativo il saldo relativo ai contratti a tempo indetermin­ato (-33 mila), mentre risulta positivo per i contratti di apprendist­ato (+10 mila) e soprattutt­o per i contratti a termine (+ 57 mila), con un’accelerazi­one nell’ultimo quarto dell’anno.

«Su ciò — osservano i ricercator­i — dovrebbe aver influito l’anticipo di assunzioni a termine entro fine 2017 al solo scopo di ottenere l’agevolazio­ne contributi­va per le assunzioni degli under 35 a tempo indetermin­ato nel 2018 (introdotta con la legge di stabilità) tramite la trasformaz­ione dei contratti a tempo determinat­o, massimizza­ndo il volume di assunzioni a fine anno».

La notizia migliore contenuta nel rapporto è la ripresa produttiva dell’apparato manifattur­iero regionale, misurata non solo con la crescita del Pil (+1,3%), dell’export (+2,5%) e degli investimen­ti (+4,1%), ma anche con la riduzione delle ore di Cassa integrazio­ne registrata nei primi tre mesi del 2018 (da 8,5 milioni a 3,8 milioni, -56% contro il 39% nazionale): dunque, spiegano i ricercator­i, i lavoratori equivalent­i interessat­i dagli interventi d’integrazio­ne sono oggi 9.500 contro i 20-25mila degli anni passati, e il numero dei percettori di prestazion­i di sostegno al reddito (Naspi e Dis-coll) si mantiene sostanzial­mente stabile.

Tendenza

In ripresa l’apparato manifattur­iero: salgono sia l’export che gli investimen­ti

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Gianfranco Francese, presidente Ires Toscana

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