Corriere Fiorentino

Nonni in prestito per bimbi in difficoltà

Siena e Montaione, al via la sperimenta­zione. «Non vediamo l’ora di cominciare»

- Storni

«Quando ero piccola giocavo agli indiani in mezzo di strada. Il mio nome ero Luna Sorgente, scappavo dal cowboy Eugenio. Era bellissimo, e quando mi rincorreva rischiavo di farmi male. Una volta caddi per terra e mi sbucciai il ginocchio. Ho ancora la cicatrice. Ci facevamo male, ma era meraviglio­so giocare per strada, sui prati. Oggi tutto questo non c’è più, al posto dei campi ci sono le macchine, per fare sport tutti assieme bisogna pagare».

Ecco, forse è proprio questo quello che Franca Vanni, 69 anni, dirà ai bambini che si troverà di fronte. Lei, insieme a tante altre, è una delle anziane che diventerà nonna per i bambini senza nonni biologici e provenient­i da famiglie in difficoltà. È il progetto «Nonni di comunità» lanciato da Auser in tutta Italia per dare supporto alle genitorial­ità fragili e valorizzar­e le risorse che i nonni volontari possono offrire, soprattutt­o in territori dove i servizi sociali scarseggia­no e la povertà educativa si somma a quella economica.

Oltre a Sesto San Giovanni e Cremona, dove Auser è particolar­mente radicato, il progetto coinvolger­à i comuni di Siena e Montaione. In tre scuole dell’infanzia dei due comuni, una ventina di over ni, del Palio e magari quella della propria vita, dei giochi che si facevano 70 anni fa e di come si viveva l’infanzia due generazion­i fa. «Era un’infanzia diversa, non so se più bella o più brutta, certamente i nostri erano giochi di comunità, giochi di condivisio­ne, non come quelli di oggi dove i bambini giocano da soli davanti a uno schermo».

Bastava un aquilone per essere felici, magari una corda per saltare, una campana da suonare, una bandierina da alzare e rincorrere, un cespuglio in cui nasconders­i, una palla da calciare. «San Prospero era il mio quartiere — racconta Franca — e questo dirò ai bambini che incontrerò. Non vedo l’ora, non avendo nipoti, sarà una gioia incontrare questi bambini». Gli anziani potranno accompagna­re i bambini a fare merenda, magari al campo sportivo, oppure potranno aiutarli a fare i compiti. Il progetto coinvolge anche l’Istituto degli Innocenti di Firenze, che si occuperà della formazione degli anziani e della documentaz­ione del percorso che, se positivo, potrebbe essere replicato in altre zone della Toscana in accordo con Auser, come annunciato dall’assessore al sociale Stefania Saccardi: «Nella nostra regione ci sono 900 mila anziani over 65 e il 70 per cento delle famiglie affida i propri figli ai nonni. Non sempre è possibile questo affidament­o, ecco perché è importante allargare questo progetto, per colmare un vuoto sociale in una società dove gli anziani sono sempre di più e dove tante famiglie vivono disagi».

Il progetto «Nonni di comunità», costato poco più di due milioni di euro, è stato selezionat­o nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. In tutta Italia coinvolger­à 300 anziani e mille bambini per la durata di tre anni.

La testimonia­nza Franca: «Non ho nipoti e non vedo l’ora di cominciare questa avventura»

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A sinistra un momento del convegno che si è tenuto ieri per presentare il progetto «Nonni di comunità»; Sopra Franca Vanni, una delle nonne che saranno impegnate in Toscana

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