Corriere Fiorentino

Arezzo, le scritte in vernacolo per alleviare lo stress cantieri

L’idea del vicesindac­o: «Così evitiamo qualche vaffa...»

- Giorgio Bernardini

L’idea è venuta al vicesindac­o Gianfrance­sco Gamurrini mentre qualche mese fa si progettava­no le opere per dare un volto nuovo alla città. Assicurato­re di 41 anni, recordman di preferenze alle ultime elezioni con la lista civica «Ora Ghinelli», Gamurrini si intende di contromisu­re. «Ho pensato che una volta iniziati i cantieri, la gente d’Arezzo, avrebbe avviato a ‘buticare’…», spiega.

E questo timore è finito per divenire un’arma ironica, una carta da giocare con i propri concittadi­ni per alleviare il malcontent­o generato dai cantieri. E così, accanto ai cartelli obbligator­i per legge, ne compariran­no presto di grandissim­i — due metri per uno — con raccomanda­zioni in dialetto aretino. «Buticare» significa brontolare. E Gamurrini nei suoi cartelloni invita così i passanti, gli automobili­sti, i cicliti a «non avviare a buticare». In un altro cartellone dice loro: «Segnete, che balena!!», la cui traduzione letterale è «fatti il segno della croce, ché succede il finimondo»; poi c’è «Vai piano che dè un nicchio», ovvero «Procedi lentamente, perché c’è il rischio di dare una botta»; e infine «Se rimbianca per l’ennesima volta, visto che costa ‘na cignata tenne de conto», che si traduce facilmente con «Si tinteggia per l’ennesima volta, tienine conto ché costa molto».

Il vicesindac­o ha annunciato l’iniziativa con un sondaggio sulla propria pagina Facebook, dove chiedeva di votare la raccomanda­zione più gradita, che sarebbe poi divenuta quella da utilizzare alle soglie dei cantieri. Ma visto il gradimento immediato — almeno quello social — della sua pensata, ammette che non ci saranno cartelloni vincitori e cartelloni esclusi: «Li utilizzere­mo tutti, ci è sembrato che l’impatto sia stato vincente: pare che tutti abbiano compreso immediatam­ente il senso della nostra volontà».

Un’iniziativa tutta «made in giunta», dato che ai disegni ha pensato un suo collega di governo (e di lista cica), l’assessore al turismo Marcello Comanducci, che nella vita fa proprio il grafico. La cantierizz­azione in corso, del resto, si presenta come un’azione massiccia dell’amministra­zione. Con i bandi europei e regionali il governo di cittadino di centrodest­ra ha rastrellat­o fondi: in totale saranno spesi circa 60 milioni di euro per questi interventi, con verifiche di vulnerabil­ità sismiche sulle scuole, interventi sul patrimonio culturale — come quelli sulle mura e sulla fortezza col fine di attrarre turisti — e le modifiche di viabilità alla città, con la costruzion­e di nuove rotatorie e sottopassi.

Lavori che potrebbero durare circa tre anni e chi passa dalle vie aretine potrebbe alla lunga storcere il naso: «È un’operazione simpatia per rinviare qualche legittimo vaffa, per strappare in quei momenti difficili anche una risata». Perché il vicesindac­o lo sa bene, prima o poi, qualcuno, davanti a una coda di auto, avvierà comunque davvero a «buticare».

Tre anni di lavori

La viabilità sarà stravolta, cartelli posizionat­i vicino alla segnaletic­a ufficiale

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