«La nostra Città Metropolitana correrà»
«Bene il manifesto»: Università, Camera di Commercio e Fondazione Cr Firenze con gli Industriali
Il «manifesto» di Confindustria Firenze per la crescita e lo sviluppo, il piano strategico della Città Metropolitana, e grandi opere: le tre questioni sono collegate, e non solo nel dibattito politico e istituzionale. E sul piano strategico oltre le 45 proposte degli industriali fiorentini, sono arrivati i contributi di Camera di Commercio, Università e Fondazione Cr Firenze, seduti da tempo al tavolo di elaborazione del documento sul quale la settimana prossime si terrà un confronto pubblico.
«Detto che condividiamo naturalmente le proposte di Confindustria e che è essenziale realizzare le infrastrutture già decise e finanziate, una pre condizione per essere competitivi e per il lavoro — sottolinea Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio — abbiamo spinto per usare la digitalizzazione per diminuire la burocrazia ed aumentare la semplificazione, diminuendo il divario con le regioni più competitivi: in Toscana ancora oggi il 67% delle aziende è analfabeta digitale». Obiettivo minimo della proposta dell’ente camerale è arrivare ad uno sportello unico per le attività produttive in tutta la Città Metropolitana e ad una sportello unico per le pratiche edilizie: «Esistono anche infrastrutture di software come lo è il digitale e come Camera abbiamo già trasferito alcuni nostri servizi solo sul on line — dice Bassilichi — Mentre sulle grandi opere e sull’aeroporto, lo dico anche come presidente del comitato del sì alla nuova pista, sono i cittadini, le imprese, le 180.000 partite Iva che lo vogliano. Le grandi opere si possono fare bene, come sarà al Vespucci: non si può ogni volta ricominciare la discussione, ne va anche della credibilità del Paese, come dimostra lo spread».
Sul piano per la Città Metropolitana, Umberto Tombari, presidente di Fondazione Cr Firenze osserva: «La Fondazione pratica da tempo il metodo del gioco di squadra ma alcuni degli ambiti suggeriti dal manifesto sono, non da ora, al centro della nostra attenzione. Penso ai progetti e bandi per l’inclusione sociale, per il recupero di spazi pubblici, come l’ex Caserma Cavalli, e di aree verdi, come il parco di Villa il Ventaglio. Per non parlare della valorizzazione di talenti che finanziamo assieme a Università e Confindustria o di eventi come il festival “La città dei lettori” a Villa Bardini. A settembre lanciamo un’altro evento a caratura europea, il festival “L’eredità delle donne”. Si discute — conclude — del nuovo ruolo delle Fondazioni di origine bancaria e da noi stiamo cercando di metterlo in pratica con i fatti». «Una città per costruire il suo futuro in un’ottica di crescita e sviluppo deve possedere una progettualità imperniata su conoscenza, innovazione, sviluppo scientifico-tecnologico — afferma Luigi Dei, rettore dell’Ateneo — Per questo ho molto apprezzato il manifesto di Confindustria che individua nelle “idee” la chiave per aprire le serrature dell’avvenire. La città del futuro non potrà che essere basata sui principi della sostenibilità ambientale, sociale, economica, culturale». E Dei aggiunge: «Occorrono servizi basati sull’alta tecnologia, mobilità incentrata sul mezzo pubblico e sullo sharing, sostenibile. Inclusione sociale, benessere e turismo non possono che realizzarsi con l’idea di una città aperta, dialogante, pronta alle grandi sfide d’integrazione etnica, religiosa e culturale. E noi siamo in prima fila sul tema della formazione, della cultura, dei giovani talenti».
I punti cardine «Digitalizzazione, infrastrutture, cultura e attrazione dei talenti: così si può crescere»