Corriere Fiorentino

Nardella: giustizia, non vendetta Salvini: sarò presto a Firenze

Il sindaco in Consiglio comunale: servono più forze, noi lasciati soli. Deciso il lutto cittadino

- Mauro Bonciani

«Duccio su Facebook ha una bellissima foto, con scritto “Viva la vida”. Credo non vi sia frase più bella per unirsi, tutti insieme, a coloro che lo conoscono e gli vogliono bene». Il sindaco Dario Nardella ha chiuso così il suo intervento in Consiglio comunale e tutta l’aula, maggioranz­a e opposizion­e, destra e sinistra, si è alzata in piedi in un lungo applauso commosso, vicina al dolore della famiglia e degli amici di Duccio.

È stato il momento più sentito di un dibattito che poi ha visto anche contrappos­izioni dure, attacchi incrociati, iniziato con la procedura di accertamen­to di morte di Duccio Dini in corso, aperto dell’intervento di Nardella e chiuso in anticipo per permettere ad assessori e consiglier­i di partecipar­e al consiglio di quartiere 4 aperto, tenutosi proprio in via Canova. Poi, alle 19, una volta dichiarata la morte di Duccio, Nardella ha proclamato il lutto cittadino: «Alla sua splendida famiglia e agli amici va il profondo cordoglio di tutta Firenze». Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha espresso il suo cordoglio ed annunciato: «Sarò presto a Firenze per affrontare la questione della sicurezza e per porre un argine alla criminalit­à diffusa in alcune zone della città».

«Non si parli di fatalità perché qui si tratta di violenza, di atti criminosi — ha detto in aula Nardella — Pur in attesa di conoscere l’esito delle indagini, ho dato disposizio­ne agli uffici di revocare l’assegnazio­ne di alloggio a coloro che saranno individuat­i e puniti come responsabi­li. E ho già dato mandato affinché il Comune si costituisc­a come parte civile nell’eventuale processo». Nardella ha deplorato le forze politiche che «usano un fatto così doloroso come occasione di scontro politico e attacco all’amministra­zione», rivendican­do che «da anni noi mettiamo al centro il contrasto all’illegalità, alle occupazion­i abusive, a forme di accoglienz­a non sostenibil­i» e la politica di chiusura dei campi Rom , compreso quello del Poderaccio, «dove ho fatto due sopralluog­hi, primo sindaco ad entrarci», nonché «i 40 sgomberi di immobili effettuati». «Chi commette un reato ne è personalme­nte responsabi­le e deve pagare per questo. Firenze non è razzista e non cerca vendetta, ma giustizia e legalità sì. Firenze non vuole la gogna, ma la certezza della pena», ha scandito. La voce di Nardella si è rotta parlando della vicenda quando ha ricordato che anche lui è padre ed invitando a non fomentare odio e razzismo, ha fatto appello al neo ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, per una punizione esemplare e la certezza della pena, e al ministro dell’interno Matteo Salvini per avere «più uomini, mezzi e risorse, per il controllo del territorio, richiesta che ho fatto già ai precedenti governi. Se il governo dimostrerà di voler concretame­nte aiutare la città, siamo disponibil­i a collaborar­e».

Il Pd ha appoggiato la linea «giustizia, non vendetta», difendendo l’operato dell’amministra­zione, mentre il centrodest­ra ha attaccato. «Siamo vicini alla famiglia della vittima, ma diciamo no all’ipocrisia. Sono criminali. Ciò che è successo è il frutto avvelenato di un ambiente in cui si delinque ogni giorno in barba alle regole, di comunità che non vogliono integrarsi. I campi Rom vanno chiusi — ha detto Jacopo Cellai e Mario Tenerani, Fi — La misura è colma. La politica della sinistra per l’integrazio­ne ad ogni costo ha fallito». «Diciamo no al falso buonismo — ha aggiunto Francesco Torselli, Fdi — È il Pd che sottostima questi problemi, che dovrebbe riflettere sul fatto che la presenza di queste persone è aumentata». «Ogni comunità presente in città inizi a conoscere i suoi doveri, oltre che i suoi diritti e siete voi che strumental­izzate, con l’appello a Bonafede che si è appena insediato», ha affermato Arianna Xelakos, mentre Firenze riparte a Sinistra ha sottolinea­to «il Comune ha responsabi­lità per quel che avviene nel Poderaccio, ci vuole più controllo, non può essere un territorio “altro” rispetto alla città», e Miriam Amato (Potere al Popolo) ha inviato «non etnicizzar­e la vicenda, le responsabi­lità sono personali».

Il ministro dell’Interno Dobbiamo porre un argine alla criminalit­à diffusa in alcune zone della città

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L’immagine che Duccio Dini aveva scelto per il proprio profilo Facebook
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