Corriere Fiorentino

Lungarno Torrigiani, nessun colpevole per il crollo

Inchiesta penale archiviata. Ma i risarcimen­ti potranno essere richiesti in sede civile

- Valentina Marotta © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

A provocare il collasso di Lungarno Torrigiani è stata molto probabilme­nte «una consistent­e infiltrazi­one d’acqua determinat­a dalla rottura di una vecchia tubatura in ghisa risalente agli anni Cinquanta». È tuttavia «impossibil­e individuar­e le persone a cui addebitare» una colpa «legata alla inosservan­za di norma specifiche o a comportame­nti imprudenti, negligenti o dovuti a imperizia».

Per quella voragine che la mattina del 25 maggio 2016 inghiottì venti auto in sosta, si potranno individuar­e solo «eventuali responsabi­lità contabili o civilistic­he per il risarcimen­to dei danni». Così ha stabilito il gip Francesco Bagnai che ha archiviato l’inchiesta, senza indagati, per crollo colposo, come aveva chiesto la Procura. Il giudice esclude altre cause di quel collasso.

L’ipotesi di una frana determinat­a dalla pioggia intensa — spiega il gip — è smentita «dall’assenza di movimenti» ma soprattutt­o «dal fatto che già il 24 maggio era stata segnalata una fuoriuscit­a di acqua nel lungarno Torrigiani fino a via de’ Bardi». E rilancia l’allarme, segnalato dalla Procura: «L’età media delle tuba- ture è superiore ai quarant’anni e quindi esiste un rischio endemico di rotture, come quello che si è verificato il 24 ottobre 2016 in via dei Cappuccini».

A causa di questa situazione, l’acquedotto di Firenze perde il 36% dell’acqua che distribuis­ce in case e uffici: «Tale contesto di degrado è il prodotto di una gestione risalente nel tempo». Ma è impossibil­e individuar­e eventuali responsabi­li penali: «La rete idrica è interrata e non accessibil­e per verifiche periodiche».

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