4 RUOTE, UN MITO A TUTTA VELOCITÀ
Gare, piloti, concorsi: gli scatti inediti dell’Archivio Foto Locchi raccontano una storia di leggende, coraggio e passioni ambientata a Firenze e in Toscana E c’è anche il bolide in miniatura che Enzo Ferrari fece per il figlio Piero
L’immagine in bianco e nero di un bolide che sfreccia sulla Firenze-Mare a più di 300 all’ora, vale la bene la copertina del catalogo della mostra The elegance of speed, fino al 16 settembre nell’Andito degli Angiolini di Palazzo Pitti. Dopo la mostra sulla moda (lo scorso anno) è ancora l’archivio Foto Locchi a regalare alla sua città un pezzo di storia d’Italia solcata da leggendarie automobili guidate da bizzarri e indimenticabili piloti, mentre è già in cantiere nel 2019 una terza mostra, questa volta dedicata alla Fiorentina, nel 50°anniversario del secondo scudetto.
Diretta da Alessandra Griffo e a cura di Alessandro Bruni, Erika Ghilardi (archivio Locchi) e Matteo Parigi Bini, la rassegna ripercorre le tappe di una vicenda sostanzialmente toscana inaugurata nel 1894 dal marchese Carlo Ginori grazie al quale i fiorentini, accorsi a centinaia alle Cascine, vedranno per la prima volta un’automobile da vicino: era una francese Panhard-Levassor. Novanta scatti su cui scorrono gli anni di un Paese che riemerge dalla seconda guerra mondiale con la borghesia e l’aristocrazia folgorate dai nuovi mezzi e da un manipolo di piloti, tra cui anche qualche donna come la mitica Maria Teresa de Filippis, detta Pilotino. Tre le sezioni: la prima è dedicata alle corse. I fotografi di Locchi intrecciano abilmente il paesaggio toscano ai bolidi guidati da Tazio Nuvolari, Attilio Brandi, Luigi Musso, Alberto Ascari. Nasce in Toscana una rete di competizioni (Circuito del Mugello, Coppa della Consuma, Circuito delle Cascine, Circuito di Firenze, Firenze-Fiesole): la passione per la velocità e per l’abilità dei piloti cresce a dismisura. Il rettilineo della Firenze-Mare diventa teatro privilegiato di record mondiali durante gare di velocità al fulmicotone. Ai piloti è dedicata la seconda sezione: in mostra anche cimeli come caschi, tute, valigie griffate e un bolide in miniatura che Ferrari preparò per il figlio Piero nelle officine di Maranello. L’ultima sezione mette in fila le carrozzerie destinate ai concorsi di eleganza, il primo a Firenze nel giardino di Boboli
(1948). Dice Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi: «Viene spontaneo, guardando le foto dei primi bolidi, osservandone il design e la sua evoluzione, con le curve della scocca che si fanno via via sempre più morbide e slanciate, pensare a quello che stava accadendo nel mondo della scultura contemporanea, e alla sua interazione estetica con l’industria automobilistica. Difficile determinare, specie nel periodo futurista, a quanto ammonti il debito del Boccioni di Forme uniche della continuità nello
spazio (1913) verso gli esemplari di locomozione più sofisticati di quegli anni, come l’Itala 35/45 Hp o la RollsRoyce Silver Ghost».