Corriere Fiorentino

«Poderaccio chiuso in 18 mesi»

L’impegno di Nardella. Rossi: basta campi rom, case a chi lavora, carcere per chi delinque

- Bonciani, Gori, Storni

Palazzo Vecchio accelera sullo smantellam­ento del campo del Poderaccio. Che sarà chiuso, annuncia il sindaco, «in 18 mesi e non in quattro anni, come previsto finora». Una chiusura che trova d’accordo il presidente della Regione, Enrico Rossi, — «occorre chiudere i campi rom e istituire poliziotti di quartiere per più controlli sul territorio» — mentre il centrodest­ra attacca sull’assegnazio­ne delle case popolari ad alcuni dei protagonis­ti della tragica morte di Duccio, che hanno una lunga lista di precedenti penali.

Sulla chiusura del Poderaccio, Nardella ha prima riunito la giunta, con i tecnici che si occupano già del progetto, e poi è andato al campo rom, dove ha dato l’annuncio. «Abbiamo deciso di accelerare — ha spiegato con un video su Facebook — chiuderemo il campo in 18 mesi e non in 4 anni, abbattendo le trenta case, e trovando soluzioni abitative senza alcun privilegio: non saranno interessat­e le case popolari, e non faremo altri villaggi ad hoc. La nostra linea è che non c’è accoglienz­a senza legalità».

L’idea è forzare i tempi, trovando anche le necessarie risorse, e affrontare la sistemazio­ne delle famiglie, di anziani e bambini, caso per caso, come quando avvengono gli sgomberi, senza alcuna procedura di «emergenza». Anche Rossi ha ribadito che i campi vanno chiusi e che chi ha commesso reati deve pagare. «I campi rom devono essere smantellat­i con soluzioni abitative alternativ­e e deve essere favorita l’integrazio­ne di chi è per bene. I criminali devono essere assicurati alla giustizia e devono pagare — ha spiegato — la rabbia e la protesta dei cittadini, dei commercian­ti, delle famiglie, del quartiere e di chi conosceva il giovane, è comprensib­ile ma non può tradursi in vendetta». « La via giusta è l’accoglienz­a, l’integrazio­ne ed il rispetto della legge — ha concluso — aggiungere alla drammatici­tà dei problemi l’odio razziale trasformer­ebbe la nostra regione in un Far West».

Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno invece attaccato Nardella per la concession­e delle case popolari, nonostante i tanti precedenti penali di alcuni degli assegnatar­i e Rossi per «lo spudorato ribaltone». «Le nostre case popolari vengono assegnate solo alle persone che sono in graduatori­a e che hanno i requisiti di legge. Non facciamo assegnazio­ni irregolari», ha replicato Palazzo Vecchio. La polemica, come si diceva, è nata dai tanti precedenti dei rom macedoni. Ramzi Amet, alla guida del mezzo, è stato condannato nel 1992 in Assise a Milano per concorso in riduzione in schiavitù a 7 anni e ha precedenti di polizia per immigrazio­ne clandestin­a, oltre che per guida senza patente.

Dehran Mustafa, il passeggero, è stato condannato nel 2003 per 5 rapine commesse nel 2001 a 4 anni, ma la pena gli è stata condonata. Nel 2006 gli è stato inflitto un anno per scippo, ma la pena gli è stata condonata. Nel 2015 altra condanna per rapina a tre anni, ma è stato scarcerato per fine pena. Anche gli altri protagonis­ti della vicenda hanno precedenti di polizia. Antonio Mustafa, indagato a piede libero, è stato condannato a 4 mesi nel 1996 per falsità e guida senza patente. Nel 2007 è stato rinviato a giudizio per furto: assolto in primo grado, ora ha il processo di Appello. Bajaram Rufat, l’uomo che scappava, è stato condannato nel 2008 a un anno per usura continuata e nel 2018 a sei mesi per furto aggravato, oltre a 11 mesi di condanna nel 1995 per falsa testimonia­nza.

Il caso alloggi popolari FdI: perché a persone con precedenti penali? Il Comune: nessuna assegnazio­ne irregolare

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I fiori lasciati sul luogo della tragedia
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Enrico Rossi presidente della giunta regionale della Toscana

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