AL FRONTE DEL PORTO
Il testacoda di Filippo Nogarin sul caso Aquarius non è da derubricare a vicenda isolata né da mettere in secondo piano. Il sindaco di Livorno, esponente di spicco dei Cinque Stelle, ha espresso pubblicamente il suo dissenso nei confronti del governo guidato dal suo partito e dalla Lega. «Se voltiamo la testa dall’altra parte e smettiamo di ‘essere umani’, finiamo per non essere diversi dagli scafisti, che fanno affari giocando con la vita e la disperazione di migliaia di persone», ha scritto. Il post su Facebook, in cui annunciava l’intenzione di aprire il porto di Livorno per accogliere la nave con 629 migranti a bordo, è stato online una ventina di minuti, poi Nogarin - che ha dimostrato di non essere un cuor di leone l’ha cancellato. Per non danneggiare il governo, ha detto. Ecco, fra i molti problemi dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte (anche se secondo quanto ha detto in aula Vittorio Sgarbi Conte sembra il «vicepresidente di due vicepresidenti») c’è l’amalgama mal riuscito di Lega e M5s. Divisi su molto, forse su troppo. Che si fa con l’alta velocità, che si fa con l’aeroporto di Firenze, che si fa con i migranti? E dobbiamo ancora capire come il governo riuscirà a tenere insieme il cosiddetto «reddito di cittadinanza» e la cosiddetta «flat tax» - visto che di fronte alle domande sulle coperture Cinque Stelle e leghisti scantonano - ma anche perché Matteo Salvini rischia di pareggiare o superare il M5s nel giro di poco tempo. C’è chi dentro e fuori il M5S spera in Roberto Fico, come se fosse Fico l’arma fine di mondo per far schiantare il governo gialloverde. Appare assai improbabile che il presidente della Camera sia in grado di andare oltre qualche balbettio vagamente terzomondista. Così come è improbabile che Luigi Di Maio riesca a fronteggiare l’avanzata dello spregiudicato Matteo Salvini, che pensa di governare i flussi migratori con qualche tweet. La voce dal sen grillino fuggita di Nogarin, insomma, è destinata a ripetersi. D’altronde i risultati alle amministrative parlano chiaro. La Lega guida saldamente il centrodestra, anche in Toscana, ed è l’unica che sembra trarre qualche vantaggio da questo governo. Salvini, che non può sperare nell’uscita dall’euro (non adesso almeno), dovrà inevitabilmente continuare ad attaccare l’Europa in altro modo. L’immigrazione sarà l’obiettivo principale di un ministro dell’Interno in campagna elettorale permanente.