Le auto a 100 km l’ora, oggi i due rom davanti al gip
Le macchine sfrecciavano all’incirca a 100 km orari. È questa la velocità che, al momento, viene ipotizzata dagli inquirenti che si occupano della morte di Duccio Dini, 29 anni, lo scooterista travolto durante un inseguimento fra auto che procedevano a folle velocità all’Isolotto, in via Canova il 10 giugno. In attesa che la ricostruzione sia ultimata, e che servirà a cristallizzare il dato con esattezza, gli inquirenti al momento hanno stabilito che non ci sarebbe segno di frenata sull’asfalto ma solo di pneumatici dovuti alla carambola tra le due auto impegnate a percorrere via Canova. Duccio Dini era fermo al semaforo quando è stato centrato dall’auto che era stata speronata poco prima. Intanto oggi alle 10,30 in carcere, davanti al giudice per le indagini preliminari Angelo Pezzuti, è stata fissata l’udienza di convalida e l’interrogatorio di garanzia per Amet Remzi, alla guida del mezzo, e per Dehran Remzi, i due rom che vivono al campo nomadi del Poderaccio e che si erano messi a inseguire Bajram Rufat dopo una discussione. Un inseguimento, come testimoniano anche le telecamere di sicurezza di Palazzo Vecchio, a folle velocità fra auto.
I due nomadi, arrestati poi dai carabinieri del Comando provinciale, sono accusati di omicidio volontario sotto il profilo del dolo eventuale: volendo regolare una faida familiare, hanno percorso ad alta velocità con le loro vetture le strade urbane accettando il rischio di causare la morte di qualcuno. Altri passanti, a differenza di Duccio Dini, sono rimasti illesi per puro caso fortuito.
Antonio Mustafa, 44 anni, rom, residente in un alloggio popolare è indagato per la stessa vicenda, ma in stato di libertà. Il sostituto procuratore di turno Tommaso Coletta ha disposto l’esame autoptico sul corpo di Duccio, che dovrebbe essere svolto stamani a Medicina Legale, a Careggi.