Una rosa bianca nella vetrina Accanto al ricordo di Astori
L’omaggio del negozio dove lavorava, bandiera a lutto in Regione
In via del Corso, all’AléViola Store, c’è una rosa bianca in vetrina. «L’abbiamo messa per Duccio», spiegano nel negozio che vende magliette della Fiorentina. La rosa è appoggiata alla fotografia di Davide Astori, l’idolo di Duccio, che — racconta chi lo conosceva bene — aveva sofferto molto per la morte improvvisa del capitano viola.
Duccio Dini lavorava lì, in quel negozio. E ora molti fiorentini si fermano a guardare quel fiore lasciato lì: «Non lo conoscevo, ma vi voglio dire che ci dispiace tantissimo per lui», dicono in molti. «Duccio era un ragazzo d’oro, siamo a pezzi — spiega il titolare, Simone Frullini — e fa piacere che la gente gli dimostri affetto, se lo merita». Il telefono di Simone, tra messaggi scritti e vocali, riceve notifiche di continuo: tutti gli amici si scambiano notizie sin dalla mattina per sapere quando ci saranno i funerali, la camera ardente, su cosa organizzare per ricordarlo al meglio.
«La Fiorentina si unisce al cordoglio di tutta Firenze per la scomparsa di Duccio Dini, grande tifoso viola che resterà sempre nei nostri pensieri. La società viola abbraccia commossa la famiglia Dini alla quale porge le più sentite condoglianze», è il comunicato del club viola, cui «il piccolo Pirlo», il centrocampista dai piedi buoni che aveva giocato nella Cattolica, nel Porta Romana, nella Sancascianese, nel Rifredi, era legatissimo.
All’Isolotto, in fondo a via Canova, proprio quando dopo il semaforo la strada svolta a destra e diventa via Simone Martini, altri fiori, per terra, sul marciapiede. Stavolta, sul luogo dell’incidente, ci sono una quindicina di mazzi. Tra rose rosse, bianche, girasoli e gigli rosa, spunta anche un piccolo peluche, un pulcino bianco e giallo dedicato a «Duccino». Gli amici, mentre si organizzano via Whatsapp, fanno anche la spola in via Bramante, nel cuore dell’Isolotto, per andare a far visita ai genitori del ventinovenne. Al citofono di casa però non risponde nessuno: «Ora non ci sono — dicono due ragazzi — ma riproveremo più tardi». Ma per ricordare l’amico che non c’è più, una delle piazze più frequentate è la pagina Facebook di Duccio: messaggi, poesie, canzoni, fotografie. Lapo, iniziando un lunghissimo post, scrive: «Quando ti ho visto sdraiato su quel letto in ospedale ti ho urlato: “Aoh a Duccio nun te svegli e andiamo e daje!” In romano come piaceva tanto a te».
Tra i luoghi di Duccio, infatti, Roma è quello in cui il ragazzo non è mai arrivato: aveva deciso che avrebbe presto lasciato Firenze e che si sarebbe trasferito nella Capitale per iniziare un nuovo lavoro, la sua nuova avventura.
La Fiorentina
«Ci uniamo al cordoglio di tutta Firenze Resterà sempre nei nostri pensieri»