E a Livorno la nave respinta spacca il M5S
Maggioranza battuta in Comune: tre grillini votano con il Pd, tre si astengono, Nogarin esce
Tre consiglieri comunali a Cinque Stelle votano con il Pd, altri tre si astengono, il sindaco Filippo Nogarin esce dall’aula al momento della votazione. La mozione dei Democratici per accogliere Aquarius e altre navi di migranti a Livorno spacca il M5S: maggioranza battuta. Un altro segnale dei malumori della base grillina per l’intesa con la Lega.
Un ordine del giorno netto («Livorno porto aperto») e una mozione Pd scritta apposta per aprire una breccia tra i grillini più critici nei confronti dell’accordo di governo con la Lega. E così è stato: sull’atto presentato giovedì sera dal Pd, la maggioranza del M5S è andata sotto in Consiglio comunale. La mozione riguardava il post scritto e poi rimosso lunedì mattina dal sindaco Filippo Nogarin che, contrariamente alle posizioni del governo Conte, annunciava l’apertura del porto di Livorno per accogliere la nave Aquarius con i suoi 629 migranti a bordo. «Il Consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta a far valere questo spirito di umanità ed accoglienza in ogni sede debita — questa la mozione del Pd — dando seguito alla disponibilità del Porto di Livorno qualora per esigenze future si verifichino fatti come quelli che hanno coinvolto la nave Aquarius». Dopo una lunga e accesa discussione, la mozione del Pd è passata con il voto favorevole di 12 consiglieri contro i 10 contrari (3 invece si sono astenuti): l’atto quindi è stato approvato grazie alla defezione di alcuni esponenti grillini, tre dei quali hanno votato a favore — il dissidente Alessio Batini, Daniele Esposito e Corrado La Fauci — mentre altri tre consiglieri hanno deciso di astenersi— Edoardo Marchetti, Maria Cristina Mileti e Marco Bruciati — e il sindaco è uscito dall’aula al momento del voto. Per la verità, il capogruppo grillino Marco Galigani aveva concesso libertà di coscienza ai propri colleghi ma nessuno si aspettava l’approvazione dell’atto presentato dagli acerrimi nemici del Pd. «La mozione è nata con l’unica volontà di speculare — commenta Nogarin — è un atto che non serve a niente e che non ha nessun significato».
Il sindaco prova a minimizzare l’incidente di giovedì, ma è ormai chiaro a tutti che a Livorno buona parte del M5S vede come fumo negli occhi l’accordo nazionale con la Lega. È stato lo stesso primo cittadino nei giorni scorsi a criticare apertamente il contratto di governo su tassa di soggiorno, diritti civili e immigrazione. Tra un anno i livornesi tornano al voto: qui nel 2014 buona parte degli elettori grillini aveva sempre votato a sinistra, e certo il M5S locale non può permettersi di virare a destra inseguendo la Lega. «I mal di pancia interni ci saranno anche — conclude Nogarin — ma da sindaco dico che adesso è il momento di lasciare lavorare il governo: poi, come abbiamo sempre fatto, lo criticheremo quando farà qualcosa che non ci piace».
Divergenze
Il sindaco minimizza, ma i Cinque Stelle livornesi temono l’effetto di una virata in direzione Lega sulle Comunali del prossimo anno