Corriere Fiorentino

Siena, in duemila a Pescara per il ritorno in serie B

Stasera la finale play off contro il Cosenza, Robur senza 5 titolari. Mignani: «Pronti alla battaglia»

- Aldo Tani

Il giorno della verità è arrivato. La Robur contro il Cosenza non si gioca solo la promozione in serie B, ma anche il riscatto dopo il crac. Un decennio sui palcosceni­ci più importanti d’Italia e la ripartenza dalla serie D. Il ricordo, ancora vivo all’ombra della Torre del Mangia, rende perciò questo momento ancora più bello. Soprattutt­o perché in pochi credevano che la Robur nel giro di qualche anno fosse pronta a tornare nel calcio che conta.

Una scommessa vinta dal nuovo corso bianconero, con la presidente Anna Durio in testa, e da Michele Mignani: ieri bandiera sul campo e oggi sulla panchina senese. Prima della partenza per Pescara, è stato proprio l’allenatore a spiegare il significat­o delle partita: «Lo stato d’animo è ottimo, ci siamo regalati la possibilit­à di continuare a inseguire un sogno, il morale è altissimo e c’è la voglia di centrare un obiettivo che all’inizio della stagione era impensabil­e. Siamo arrivati in finale a discapito di tutti quelli che ritenevano che non ci dovessimo arrivare».

Percorrere l’ultimo metro per tagliare il traguardo tuttavia non sarà facile. La doppia sfida con il Catania ha decimato la Robur. Contro il Cosenza mancherann­o per squalifica cinque titolari. (Santini, Bulevardi, Iapichino, Gerli e Rondanini) Assenze che peseranno sulle scelte di Mignani: «Cinque squalifica­ti se non sono un record ci manca poco. Ma non possiamo farci niente. Qualcosa di interessan­te lo proporremo. Anche perché nel nostro gruppo di lavoro, e intendo giocatori, staff e dirigenti fino all’ultimo tesserato, c’è una grande unità. Andremo tutti insieme a Pescara a combattere la nostra battaglia».

Una parola scelta non a caso per descrivere lo sida con i calabresi. Lui che di partite decisive ne ha giocate molte, sa che sarà la voglia di vincere a fare la differenza: «Non so se sarà una partita bella o brutta. Sarà sicurament­e tesa e tirata come lo sono tutte le finali. Noi dovremo andare decisi, duri e compatti, consapevol­i di tutto quello che abbiamo fatto. Non so dire chi può essere la favorita, ma di certo questa non era la finale attesa. Entrambe arriviamo all’appuntamen­to con tutto l’entusiasmo del mondo».

A dare manforte alla Robur ci penseranno i sostenitor­i bianconeri: sugli spalti dell’Adriatico saranno più di duemila. Le imprese di Marotta e compagni hanno creato un clima unico in città. C’è una storia da riscrivere e Siena non vuole perdere altro tempo.

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Michele Mignani allenatore della Robur Siena

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