Corriere Fiorentino

Ma la sola famiglia è uomo e donna, aiutarla è la priorità

- di Gabriele Toccafondi* *Deputato Civica Popolare - Gruppo Misto

Caro direttore, nel giorno in cui il sindaco di Firenze Dario Nardella iscrive all’anagrafe i figli di cinque unioni civili, Papa Francesco ricorda che la famiglia è una, quella composta da un uomo e una donna. Difficile contraddir­lo, dato che per nascere la natura ha bisogno proprio di un uomo e una donna.

Il governo Renzi ha giustament­e votato le unioni civili: diritti e doveri di persone che convivono stabilment­e. Questo il Parlamento ha votato, non altro. Non il matrimonio né la pratica, che giudico aberrante, del cosiddetto «utero in affitto». Senza cercare polemica né alzare muri ideologici, mi pare evidente che la famiglia sia quella composta da uomo e donna ed è l’unica che può generare figli, e vorrei tanto che ci fosse una corsa della politica, o tra i sindaci, per un impegno ad aiutare le famiglie ad avere figli. Le «culle vuote» sono una emergenza per l’Italia.

Firenze, tanto per fare un esempio, dal 2006 al 2017 ha «perso» oltre 1.500 abitanti ogni anno, quasi 20 mila in un decennio. La situazione è così ovunque in Italia, basti pensare che nel 2017 il saldo tra nascite e decessi è stato di 251 mila persone in meno in Italia. Sempre a Firenze il rapporto tra ragazzi sotto i 14 anni e gli ultra 65 anni è di oltre uno a due.

Possiamo parlare di come aiutare le famiglie ad avere figli, crescerli, educarli? È una vera e propria emergenza. A Firenze negli ultimi anni sono iniziate a diminuire, per scelta politica, le aliquote Irpef e Tari per chi ha figli. Il governo Renzi prima e Gentiloni dopo hanno creato: «Mamma domani», 800 euro e 300 mila genitori che lo hanno ricevuto nel primo anno. Il Bonus Asilo: mille euro l’anno, il Bonus Bebè: 960 euro. Ma anche il servizio nido e asilo da zero a sei anni ha ricevuto 239 milioni nel 2018 dati direttamen­te ai Comuni, 13,5 milioni a quelli toscani. La proposta di estendere gli 80 euro al mese a coloro cui nasce un figlio, oppure quella del «fattore famiglia», non vanno perse, perché se è vero che non si fanno figli con la calcolatri­ce in mano è altrettant­o vero che la politica deve prendere posizione chiara e netta sulle priorità del Paese. Il Pd e chi ha condiviso i 5 anni di governo stia sulle priorità.

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