Corriere Fiorentino

Il centrodest­ra ora governa la maggioranz­a dei capoluoghi. Comincia la battaglia per Firenze e per la Regione

La rivoluzion­e delle città toscane

- Mauro Bonciani Giulio Gori

Il Pd perde ai ballottagg­i Massa, Pisa e Siena, tutte andate al centrodest­ra, e per la prima volta va in minoranza nel governo dei capoluoghi, 3 contro 6 del centrodest­ra e 2 dei grillini. Una sconfitta netta (si salva solo Fosi a Campi Bisenzio, rieletto), che in un Pd diviso riapre le polemiche sulla necessità di un congresso subito, mentre Rossi «rottama» Pd e Leu e chiede un nuovo partito. «La Toscana rossa non esiste più, vogliamo vincere anche a Firenze nel 2019 e per il governo della Regione nel 2020» sottolinea­no i partiti della coalizione di centrodest­ra. Dove la Lega conferma la sua forza dominante.

Il giorno dopo i ballottagg­i che hanno consegnato Massa, Pisa e Siena al centrodest­ra, il Pd piange ed ammette la sconfitta netta, mentre Lega ed alleati esultano perché «la Toscana rossa non esiste più». Cifre alla mano oggi il Pd amministra solo tre dei dieci capoluoghi di provincia (Firenze, Prato e Lucca), un fatto inimmagina­bile appena due anni fa. E la «battaglia per Firenze» del 2019 è già iniziata, come anche quella per la Regione dove si voterà nel 2020. Intanto il Pd, spaccato tra correnti, litiga sulla data del congresso e su come superare la debacle, e la Lega traina il centrodest­ra.

La fotografia del momento politico è data anche dai tempi dei commenti, istantanei per la coalizione di centrodest­ra, arrivati solo nel pomeriggio di ieri dal Pd regionale con uno dei tre reggenti, il portavoce Marco Recati, renziano. Nel mezzo la richiesta di Enrico Rossi di «superare Pd e LeU» dopo la «disfatta» per «un partito nuovo della sinistra e del lavoro», e le parole dei renziani doc Andrea Marcucci — «si perde anche senza Renzi» — e Luca Lotti: «Non apriamo processi sommari».

Per il centrodest­ra è la vittoria del «Patto della gricia», dal pranzo romano di aprile tra Stefano Mugnai (Fi), Claudio Borghi e Manuel Vescovi (Lega) e Giovanni Donzelli (FdI) che ha portato unità nella coalizione, anche se Fi soffre la leadership leghista. «Ora si va alla conquista della Regione Toscana? Un passo alla volta, niente trionfalis­mi e piedi ben puntati a terra ma anche forte soddisfazi­one per un risultato elettorale ottenuto nonostante un linciaggio politico e mediatico», dice il leader della Lega Matteo Salvini. «Nel centrodest­ra la Lega è forza trainante e decisiva — dice il segretario toscano del Carroccio, Manuel Vescovi — Non dobbiamo minimament­e cullarci sugli allori: nel 2019 si voterà a Firenze, Prato e Livorno, senza dimenticar­e la Regione nel 2020». Se la Lega ha scelto i candidati di Pisa e Massa, a Siena, dove la vittoria del centrodest­ra era meno probabile, è stato il coordinato­re toscano di Forza Italia, Stefano Mugnai, ad avere un ruolo decisivo: «Con il centrodest­ra unito, dal 2015 abbiamo preso Arezzo, Grosseto, Pistoia e ora altri tre capoluoghi — spiega Mugnai — Noi siamo determinan­ti e le coalizioni o sono necessarie per vincere». «La Toscana? Da feudo rosso a Caporetto rosso — dice Donzelli — Il Pd perde per il disastro nazionale, ma anche perché abbiamo saputo capire i problemi delle città al voto e fare proposte». «Ci prenderemo la Regione — fa eco il sindaco leghista di Cascina, Susanna Ceccardi, possibile candidata governator­e — Io mi metto a disposizio­ne per qualsiasi cosa, anche se mi mandano in Corea del Nord a battere i comunisti».

In casa Pd molti chiedono il congresso subito, come la consiglier­a regionale Monia Monni, ma Recati ribadisce che non ci saranno accelerazi­oni: «Conferenza programmat­ica il 14 luglio e congresso in autunno».Durissimo Valerio Fabiani, orlandiano, che pur essendo uno dei reggenti regionali prende le distanze da Recati e attacca: «Venerdì due terzi dei dirigenti del Pd si sono chiusi in una stanza per parlare di candidatur­e al congresso, mentre la Toscana ci franava addosso. Sembrano l’orchestra del Titanic». Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale, auspica che il nuovo segretario sia un consiglier­e di Palazzo Panciatich­i. E Antonio Mazzeo, ex vicesegret­ario: «Gli elettori hanno sempre ragione, sconfitte così brucianti sono solo colpa nostra. Ripartiamo dall’ascolto».

 Nel Pd molti chiedono il congresso regionale subito, ma da via Forlanini frenano: in autunno Lotti: adesso niente processi sommari

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 ??  ?? «Abbiamo perso anche senza Renzi»: il tweet polemico di Andrea Marcucci, capogruppo al Senato
«Abbiamo perso anche senza Renzi»: il tweet polemico di Andrea Marcucci, capogruppo al Senato

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