Corriere Fiorentino

Tutti i fronti di Palazzo Vecchio Nardella: qui il modello funziona

A un anno dal voto, la Lega «mappa» il potere in città e Nardella lavora sulle liste civiche

- Fatucchi

A un anno dalle Comunali del 2019 e dopo i ballottagg­i inizia la sfida per Firenze. Nardella pensa a tre liste civiche, Lega e Fi fanno scouting tra profession­isti e imprendito­ri.

La battaglia per Firenze è cominciata. I risultati a Pisa, Massa e Siena hanno soffiato sul fuoco del centrodest­ra, che arde dalla voglia di espugnare la patria del renzismo. Sono tanti i fronti della battaglia. C’è quello della tramvia, su cui l’amministra­zione Nardella si gioca una buona parte delle possibilit­à di riconferma. Ci sono le grandi opere, messe sotto osservazio­ne dal M5S e da parte del centrodest­ra. C’è il tema sicurezza, legato spesso anche alla movida fuori controllo, da Santa Croce a Santo Spirito.

Già, Santo Spirito: lo striscione affisso da alcuni antagonist­i sulla porta della chiesa è stato ricordato nell’omelia di San Giovanni dal cardinale Betori. «Insulta la fede e la civiltà di un popolo».

Ma l’arcivescov­o di Firenze ha citato anche il «profitto che intercetta il turismo ma svilisce Firenze», la golden horde, l’orda d’oro dei turisti che invade, mercifica, espelle i residenti dal centro. Una battaglia complessa, che arriva fino alle periferie: sulle quali Nardella ha chiesto, ed ottenuto dall’ex governo Gentiloni e prima da quello Renzi, fondi. A fronte delle sconfitte, nate da «partiti e coalizioni divisi, candidati all’ultimo momento, poche risposte quotidiane ai cittadini», Nardella è convinto che «il modello Firenze può funzionare». Ma forse è meglio non fidarsi e lui si sta organizzan­do: dalle domande e risposte sulla tramvia da distribuir­e ai circoli e consiglier­i comunali per rispondere alle critiche, all’assemblea al Puccini per raccontare i 4 anni di governo, la strategia è quella di fare una «lunga marcia» verso la prossima primavera. Con un’organizzaz­ione «vecchio stile» e un’indigestio­ne di «civismo»: Nardella sta lavorando ad almeno 3 liste civiche, una in più rispetto al 2014. E cerca di non litigare con quella «Punto e a capo» dell’ex sceriffo Graziano Cioni.

Sull’altro fronte, il consiglier­e regionale di Forza Italia Marco Stella chiede un «tavolo del centrodest­ra per Firenze ultimo baluardo del Pd». E da tempo il coordinato­re regionale Stefano Mugnai ripropone lo schema Arezzo-Grosseto (candidati sindaci civici) per vincere nel capoluogo toscano. Chi sta lavorando a questo obbiettivo da almeno un anno è la Lega. Dal 2017, ci sono stati numerosi incontri tra esponenti nazionali e regionali della Lega con associazio­ni di categoria, singoli imprendito­ri e profession­isti. Persino l’uscita proPeretol­a del deputato leghista Manuel Vescovi nascerebbe da queste «nuove relazioni» di quel mondo moderato che si era avvicinato al Pd con Renzi sindaco ma che ora è in libera uscita (e al governo comanda la Lega). Il partito di Salvini giura di esser già pronto a sfoderare due, forse tre liste civiche a suo fianco. «Vi sorprender­emo», spiegano. Addirittur­a hanno «mappato» il potere Pd in città, con alcuni profession­isti invitati a Roma per raccontare chi conta nel mondo del renzismo che fu e del Pd che è restato. Per Vescovi, la vittoria a Firenze «sarà il definitivo tracollo del Pd», che porterà alla vittoria alle Regionali del 2020. Certo, da qui alla prossima primavera può succedere di tutto: che si saldi l’alleanza Lega-M5S anche a livello locale, che imploda il centrodest­ra. Che il Pd riscopri la vitalità perduta, oppure che nasca il «partito alla Macron» ipotizzato dai renziani. Chissà. Intanto resta da occuparsi di tramvia, riorganizz­azione dei bus, lavori in periferia, sagrati delle chiese.

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Dario Nardella

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