Corriere Fiorentino

Pisa, le prime due mosse di Conti Stop alla moschea e agli abusivi

Primo comizio dal balcone del Comune per il candidato scelto dalla Lega: «Cambiamo la città»

- Sharon Braithwite

«Oggi è il nostro 25 aprile!». Ma al comitato elettorale di Michele Conti, candidato del centrodest­ra, non parte «Bella ciao». La festa è iniziata quando il conteggio non ufficiale incoronava il candidato leghista già primo cittadino: a due terzi di sezioni scrutinate, era già troppo il distacco col suo avversario del centrosini­stra, Andrea Serfogli. Cori da stadio, «We are the champions», urla di giubilo e bandiere di Lega, Forza Italia e Fdi, hanno «scortato» Conti al Comune (con qualche scaramucci­a verbale con alcuni militanti di sinistra). «Dacci le chiavi, Marchino», hanno urlato i militanti vittoriosi fuori da Palazzo Gambacorti, riferendos­i al sindaco uscente Marco Filippesch­i.

Conti ha vinto con il 52,29%, cioè 20.692 elettori: quasi 2 mila in più di Serfogli. Il 70% dei voti del M5S al primo turno e la quasi totalità di quelli per il «civico» di destra Raffaele Latrofa sono andati a Conti. Il Carroccio avrà 15 consiglier­i comunali su 32. Una vittoria celebrata da Conti, a mezzanotte e quaranta, con un comizio dal balcone del municipio: «Se ce lo avessero detto due anni fa, che oggi saremmo stati qua, non ci avremmo creduto. È stato un risultato possibile solo grazie a tutti voi. Adesso tutti a lavoro per cambiare davvero questa città». Due i provvedime­nti che Conti potrebbe emanare a breve: uno per bloccare l’iter per la costruzion­e della moschea a Porta a Lucca (e la comunità musulmana ieri ha augurato buon lavoro a Conti: «Speriamo in un dialogo costruttiv­o»), l’altro contro l’abusivismo commercial­e. La prospettiv­a è di lungo periodo «per dimostrare che possiamo governare bene realtà importanti».

Ma la festa va avanti anche la mattina. Il barista di viale Gramsci, vicino alla stazione, esulta e chiama i suoi amici da quando ha tirato su la serranda. Per la prima volta dal 1972 Pisa non è governata dagli eredi del Pci. Sull’altro versante, invece, c’è un pezzo di città che si è risvegliat­a distrutta: qualcuno esagera, un militante dem ha postato una visuale aerea di Pisa alla fine dell’estate 1944, bombardata. La linea del fronte per il Pd coincide con la vecchia cinta muraria cittadina: Serfogli ha resistito solo in centro, nei quartieri alto-locati di Santa Maria (le zone della movida), San Francesco, San Martino e Sant’Antonio. Nel quartieri popolari e sul litorale è stata una vera debacle. Maggioranz­e bulgare per il centrodest­ra a Tirrenia, San Piero, Riglione, Putignano e Sant’Ermete. «Abbiamo sottovalut­ato alcuni problemi — ammette l’ex sindaco Filippesch­i — ma siamo stati lasciati soli. Cosa avrei dovuto fare per ottenere di più?». Deluso e amareggiat­o Federico Gelli: «La cosa che mi fa più male è che tanti pisani abbiano abbandonat­o il Pd. Adesso dobbiamo tornare a ricostruir­e il nostro terreno», commenta l’ex onorevole, che Renzi voleva candidato sindaco (e lui invece ha detto no ed è tornato al suo lavoro di medico).

Serfogli, dopo aver fatto i compliment­i a Conti, ha annunciato di voler nominare il gruppo consiliare «Pisa democratic­a 2023», «un’officina politica da organizzar­e a livello di ogni singolo quartiere della città e da esportare anche a livello regionale e nazionale, che vorrà far aprire i partiti, a partire da Pd, al civismo e all’associazio­nismo». Insomma, per Serfogli, bisogna ripartire da dove si è perso più voti per ricostruir­e il centrosini­stra.

Gli sconfitti

L’ex sindaco Filippesch­i «Alcuni problemi sono stati sottovalut­ati» Serfogli: ora apriamoci

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È mezzanotte e quaranta e Michele Conti sale in Comune per il primo comizio da sindaco. La festa della Lega e del centrodest­ra è andata avanti fino al mattino

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