Corriere Fiorentino

L’avvocato outsider armato di calma «Non uso la ruspa»

- di Manuela D’Angelo

«Mi presento: non sono fascista, non sono razzista, non respingo i profughi sui barconi, non sono arrivato in Comune con la ruspa. Rispetto le regole, sono un uomo di legge e vorrò essere un esempio di legalità e trasparenz­a per la mia città».

Francesco Persiani, 53 anni, avvocato, presidente della Camera penale del Tribunale di Massa, nessuna tessera di partito, alla sua prima esperienza politica, è il nuovo sindaco di Massa. Lo chiamano il sindaco della Lega, perché a volerlo come candidato unico della coalizione di centro destra è stato proprio il Carroccio. Per questo, nelle ultime fasi di una sofferta campagna elettorale, Persiani si è sentito dare del fascista, del razzista, «mussolinia­no», nemico dei migranti, dei Rom e dei vaccini. «So cosa hanno detto di me — replica — ma non ho sassolini nelle scarpe da togliere. Questa mia prima conferenza stampa con voi giornalist­i è la risposta alle malelingue».

Nasce alla Spezia nel 1965, a Firenze studia giurisprud­enza, poi sposa una giovane ragazza massese, Alessandra Borghini, maestra elementare che è tutt’ora sua moglie e che lo ha accompagna­to per l’intera campagna elettorale, mai un passo indietro. La chiama «la mia roccia». Lo studio legale è in centro storico dal 1995, dove svolge la funzione di avvocato penalista e dal 2009 anche cassazioni­sta. Nel 2016 la carriera togata si è coronata con il ruolo di presidente della Camera penale. Ora non potrà più esercitare, perché ci sono forti incompatib­ilità con la profession­e.

Arriva sotto palazzo comunale, il giorno dopo la sua vittoria con la coalizione di centro destra, per incontrare la stampa e chiede a un uscere se è possibile entrare e usare la «sala giunta». Sale i piani del piccolo grattaciel­o, apre le finestre e guarda fuori. Si vede tutta Massa dall’alto: «Ho sempre sognato farlo», dice, sorridendo. Poi inizia: «Un risultato storico, per il quale devo ringraziar­e tutti. Ora dobbiamo metterci a lavoro. So che ci sono i fatidici 100 giorni, in cui dar prova delle nostre capacità amministra­tive. Non ho la bacchetta magica — aggiunge — ma so che ci sono cose che si possono fare. Ad esempio riaprire il teatro

Il suo manifesto

Non sono fascista, non sono razzista, non respingo i profughi Rispetto le regole e sarò un esempio di legalità e trasparenz­a per la città

Guglielmi e iniziare a discutere della trasformaz­ione di Gaia in una nuova azienda speciale, il cui primo obiettivo sarà ridurre le tariffe dell’acqua in bolletta». Poi c’è la stagione estiva e balneare, già in corso: «Credo ci sia bisogno di bagni pubblici, pulizia del litorale, piccoli punti di informazio­ne. Vedremo cosa riusciremo a fare nell’immediato per accogliere i nostri turisti».

Della nuova giunta non parla molto, ma spiega che prevede otto assessori, rappresent­anti delle forze politiche grazie alle quali oggi è sindaco: Lega, Forza Italia, che ambisce alla carica di vice sindaco, e Fratelli d’Italia, cui forse già è stato pensato l’assessorat­o alla cultura. «Il sindaco uscente non l’ho ancora sentito — si rammarica — ma capisco la sua amarezza. Spero in un cordiale passaggio di consegne». Poi visita il suo nuovo ufficio, ancora occupato dagli effetti personali di chi lo ha preceduto, assieme alla moglie: «Manca forse qualche pianta — commenta la “first lady” — e anche qualche quadro. Ma a questo ci penserò io».

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L’esultanza di Francesco Persiani dopo la vittoria di domenica notte L’avvocato spezino è il nuovo sindaco di Massa

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