Corriere Fiorentino

Fossi il sopravviss­uto fa il bis: «Il Pd guardi al modello Campi»

L’unico successo dei Democratic­i: «Ora pace a sinistra» La sfidante sconfitta: «Città di ipocriti. Dimenticat­emi»

- Giorgio Bernardini

Vincere la gara controvent­o, ritrovarsi a essere «il caso». «Il modello», dice Emiliano Fossi con il lessico del sopravviss­uto.

Il sindaco Pd ha davanti a sé una seconda chance di governare. E nella domenica di ballottagg­i più nefasta per la sinistra toscana, è l’unico ad aver ricevuto questo mandato popolare. Fossi fa delle proprie cicatrici un vanto. Rilanciand­o, leggendo la vittoria e proiettand­ola sulla dinamica della politica regionale: «Siamo gli unici, questo risultato ci fa assumere una responsabi­lità che va oltre i confini del nostro Comune: la nostra storia va spiegata perché contiene un messaggio». Il modello a cui fa riferiment­o è quello di un centrosini­stra che — nonostante le plastiche divisioni, andate in scena nella gara elettorale senza esclusione di colpi, con l’ex sindaco Adriano Chini che lo ha attaccato in modo duro e ha rifiutato l’apparentam­ento — riesce a coalizzars­i «di fronte al pericolo del governo della destra». È finita 56 a 42. E la spinta decisiva, numeri alla mano, è arrivata da tutti gli elettori che al primo turno non avevano scelto il centrodest­ra ma avevano votato fuori dalla proposta politica di Fossi. Da «Potere al Popolo» sino ai «parenti serpenti» delle liste guidate dall’ex sindaco Adriano Chini: un serbatoio stuzzicato pubblicame­nte, anche sui social, dai ras della sinistra campigiana. «Non ho fatto accordi elettorali — ragiona Fossi parlando dei “chiniani” — ma sono consapevol­e che senza forzature dobbiamo riparlarci e tornare a frequentar­ci: io sono fiducioso».

Ma quanto è riproducib­ile il «modello Campi»? Va detto innanzi tutto che l’irrilevanz­a della battaglia a 5 Stelle, che non ha presentato neppure una sua lista, è un fattore che ha contribuit­o a sgombrare il campo da un’ulteriore complessit­à. Ed è necessario osservare come i toni della sua sfidante, Maria Serena Quercioli, fossero più in sintonia con la retorica (non in fase ascendente) di Forza Italia, che con lo spirito sovranista di Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno è venuto a riempire piazza Dante, ma paradossal­mente, l’effetto del suo comizio pare essere stato quello di dare una spintarell­a al ressemblem­ent del «fronte popolare» che ha spinto Fossi. Al netto di questi fattori, il sindaco propone la ricetta per vincere ancora: «Abbiamo fatto la parte di noi stessi. Purtroppo, nel resto dei territori, è successo qualcosa che somiglia alla fine della prima Repubblica. Il Pd ha un virus che lo spinge a guardare nel campo dell’avversario insultando­lo: è questo che ci indebolisc­e». Viceversa, per Maria Serena Quercioli, ieri è stato il tempo dell’amarezza. «Tornerò alla mia profession­e — spiega la giornalist­a in un post Facebook poi cancellato — e coltiverò le poche vere amicizie rimaste. Chiedo a tutti gli altri cittadini di Campi: dimenticat­e il mio nome, la mia faccia; fate conto che sono morta e sepolta in un cimitero. Campi, città dell’ipocrisia, ha finalmente il sindaco che merita: buona vita a tutti!». Quercioli non sarà in consiglio. La nuova giunta di Fossi sarà annunciata il giorno del primo Consiglio.

 Questo risultato va oltre i confini del nostro Comune Non ho fatto accordi elettorali a sinistra, ma sono consapevol­e che senza forzature dobbiamo riparlarci e tornare a frequentar­ci. Io sono fiducioso Il partito ha un virus che lo spinge a guardare nel campo avversario insultando­lo

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Il post con cui la candidata del centrodest­ra sconfitta, Maria Serena Quercioli, «corregge» lo sfogo pubblicato poco prima su Facebook e poi cancellato

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