La rivincita di Giurlani «Ma sarò processato»
La vittoria nonostante l’accusa di peculato
Alla fine Oreste Giurlani si è ripreso Pescia. Una riabilitazione lunga un anno: in attesa che altre corti giudichino il suo comportamento, lui viene assolto dal tribunale che gli è più caro, quello che già cinque anni fa lo aveva eletto sindaco. «Era calato il buio sulla città, ora è tornata la luce», dice con toni epici il rieletto sindaco.
L’anno scorso, in questi stessi giorni, Giurlani si era dimesso con una lettera, perché agli arresti domiciliari. L’accusa di peculato, il Pd che prende le distanze, il Comune commissariato. La cavalcata con cui è arrivato a schiacciare la concorrenza al ballottaggio, dove si è imposto con il 62% sul suo avversario di centrodestra Francesco Conforti (38%), racconta la sua voglia di rivalsa. Verso il suo ex partito — relegato all’11% al primo turno — e verso chi non crede nella sua innocenza. «Il riscatto — precisa — è un tributo per i miei genitori e per quelli che mi vogliono bene».
«La ricetta vincente è stare tra la gente, aver passione, coinvolgere e avere le idee chiare. Pe me si tratta di una missione, io faccio il sindaco 24 ore su 24, lo facevo anche quando non mi avevano ancora rieletto», aggiunge con la sua consueta passione. E infatti già nei giorni del commissariamento erano in molti a rivolgersi a lui chiamandolo «sindaco». Oggi il suo programma prevede visita al mercato centrale e poi Viareggio: «Giusto un po’ di riposo al mare». Ma sarà una vacanza davvero breve, perché domani è già tempo di un altro verdetto: il tribunale di Firenze dovrà decidere se il sindaco sarà imputato per peculato per presunti illeciti compiuti alla guida di Uncem tra il 2012 ed il 2016.
«Sarò certamente rinviato a giudizio, ma questo — dice — non influenzerà il governo della città: dimostrerò in aula con le carte la mia innocenza». Domenica notte, appena sono stati diffusi i risultati delle elezioni, un corteo di duecento persone lo ha accompagnato in piazza Mazzini: «È l’immagine più bella di questa vittoria: hanno tenuto in gabbia questo Comune e ora è parso liberato». Tra le telefonate che ha ricevuto «ci sono state anche quella del direttore dell’Anci (Simone Gheri, Pd) », di cui il sindaco era stato vicepresidente prima della bufera giudiziaria. «Ma nessuno della nomenklatura dem ha alzato la cornetta. Peccato — scherza Giurlani — Con questi nuovi equilibri in Toscana tutti possono essere utili e decisivi».