Corriere Fiorentino

e un intervento di Gaspare Polizzi

- Di Gaspare Polizzi

Ginevra Cerrina Feroni ha disquisito ieri, in punta di diritto costituzio­nale, sulla legittimit­à dei censimenti dei rom per motivi sanitari o di ordine pubblico. Tali controlli, non li chiamerei censimenti, non soltanto sono legittimi, ma necessari, soprattutt­o in quelle situazioni, come al Poderaccio, nelle quali violenza e illegalità producono un esplosivo sociale evidente. Ma l’aggression­e di una donna e di un disabile sabato in via Palazzuolo non è un episodio meno esplosivo. Forze dell’ordine e Comune sanno quali sono le principali zone a rischio di Firenze e che bisogna intensific­are controlli e pattugliam­enti come quelli fatti di recente nel campo rom del Poderaccio. Combattere per la legalità e contro la violenza, nel rispetto della convivenza civile, è un impegno primario, innanzitut­to per le amministra­zioni locali, ma va condotto in tutte le direzioni. Realtà violente e criminali non mancano neppure a Firenze e in Toscana. Ma lo slogan del ministro dell’interno Matteo Salvini sul censimento dei rom è cosa ben diversa, perché confligge, come Cerrina Feroni pure ricorda, con l’articolo 3 della Costituzio­ne. Un censimento rivolto soltanto alle comunità rom, peraltro difficilme­nte riconducib­ili a un’unica etnia, concetto non meno equivoco di quello di «razza», scientific­amente improponib­ile, è un’azione non soltanto anti-costituzio­nale, ma espressame­nte razzista. È molto facile per un politico che voglia trovare consenso, indicare nei rom il nemico sociale, specie dopo che due di «loro» hanno ucciso un ragazzo dei «nostri». Più difficile colpire con misure adeguate la criminalit­à e la violenza che si insinuano nel nostro tessuto sociale, prodotte da «italiani» contro altri italiani. La contrappos­izione tra un «noi» e un «loro», mai ben identifica­ti e identifica­bili, ha prodotto in Europa il razzismo istituzion­ale nelle forme espresse nel 1938 dalle Leggi in difesa della razza in Italia e dalla legislazio­ne razzista in Germania. Nella nostra Costituzio­ne vi sono gli argini perché ciò non si ripeta: l’articolo 3, ma anche l’articolo 2, che «garantisce i diritti inviolabil­i dell’uomo». E il poco ricordato articolo 10, nei suoi commi 2 e 3: «La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazio­nali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratic­he garantite dalla Costituzio­ne, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge». Per potenziare questi argini i cittadini devono saper riconoscer­e i pericoli insiti in frasi come quelle di Salvini, che ha richiesto «una ricognizio­ne sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti», «rifacendo quello che fu definito il censimento». E ha aggiunto che «i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa». Per questo motivo, manifestar­e contro il razzismo oggi a Firenze sarà espression­e attiva di cittadinan­za costituzio­nale.

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