Servizi sociali, un arresto choc
Perquisito un assistente di minori e anziani. Aveva video e foto di abusi su bambini
Un assistente sociale dell’hinterland fiorentino è stato arrestato perché scambiava sul web video e foto con abusi su bambini. L’uomo, già condannato per diffusione di materiale pornografico, è stato sospeso dalla Asl.
Usciva di casa, come ogni mattina, per andare al lavoro in una Asl dell’hinterland fiorentino. Aveva in tasca lo smartphone carico di video raffiguranti scene di abusi su bambini, quando è stato arrestato dagli agenti della polizia postale. L’impiegato fiorentino, 44 anni, è una delle sei persone finite in manette in tutta Italia con l’accusa di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Procura di Torino. All’alba di ieri sono scattate le perquisizioni oltre che in Toscana e Piemonte, anche in Lombardia, Emilia Romagna, Umbria, Sicilia, Sardegna, Lazio e Veneto. Sedici le persone indagate: operai e impiegati tra 20 e 40 anni. E tutti scambiavano sul web, secondo la ricostruzione degli inquirenti, in «stanze virtuali» video e foto, che riprendevano scene di abusi su bambini. Ognuno avrebbe utilizzato un nickname per fare commercio di immagini e riprese, tutte catalogate per età e sesso dei bambini. Anche l’assistente sociale fiorentino avrebbe fatto ricorso a più pseudonimi in rete per condividere e acquistare il materiale su una piattaforma di file sharing. Video e foto che avevano per protagonisti soprattutto bimbi maschi e stranieri. Lui fino a ieri lavorava a contatto con minori e anziani. Era stato assunto alla Società della Salute Firenze Nord Ovest attraverso un’agenzia di lavoro interinale per fare una sostituzione. Ma è stato sospeso con effetto immediato dalla Società della Salute non appena si è diffusa la notizia del suo arresto.
Non è la prima volta che l’uomo finisce nei guai. Tre anni fa lavorava in banca ed era incappato in un’indagine per divulgazione illegale di materiale pornografico e, alla fine, aveva patteggiato due anni di reclusione. La storia sembra ripetersi. Ieri, nella sua abitazione sono stati sequestrati un hard disk con un’ingente quantità di foto e video pedopornografici, una webcam, il cellulare e numerose chat erotiche. Le indagini dovranno adesso accertare se, oltre a scambiare video e foto abbia prodotto lui stesso filmati pedopornografici. Non a caso è finito al vaglio degli investigatori lo smartphone: gli investigatori vogliono verificare se contenga foto e immagini con minori individuabili tra quelli che possono essere entrati in contatto con lui da quando lavora come assistente sociale. Stamattina a Sollicciano è prevista l’udienza di convalida. L’impiegato, difeso dall’avvocato Alberto Corsinovi, dovrà rispondere alle domande del gip Alessandro Moneti. Al giudice poi toccherà decidere se disporre la misura in carcere come sollecitato dal pm Ester Nocera.
Il blitz
All’alba le perquisizioni della polizia Quando lo hanno fermato stava andando al lavoro con un cellulare carico di video con scene di abusi