Corriere Fiorentino

«Le canzoni? Devono spingere alla conoscenza»

Gli Avion Travel a Fiesole: oggi si usano poche parole, rimettiamo­le al centro del discorso

- Edoardo Semmola

«Cosa chiedo a una canzone? Che ponga delle domande, a me per primo, e poi al pubblico. Che solleciti curiosità, spinga alla conoscenza». Domande, non risposte. «Per quelle — dice Peppe Servillo — esistono altre sedi, diverse dalla musica». Non è un caso allora se il primo video estratto da Privé, il nuovo album degli Avion Travel, si intitola proprio Come si canta una domanda. Il titolo stesso e l’intonazion­e del pezzo sono a loro volta domande. A cui lui, Peppe Servillo, non sa rispondere. «Intanto rimettiamo la parola al centro del discorso, una parola poetica da condivider­e con il pubblico — prosegue il cantautore casertano — La parola è un oggetto fragile, la cerchiamo e la invochiamo lungo tutto il disco. Solo nella parola vediamo la possibilit­à di mettere in relazione le persone, tornare a una comunicazi­one diretta». Perché purtroppo oggi, sostiene Servillo, «di parole ne usiamo sempre meno sia sul piano personale sia in quello pubblico e sociale».

Erano 15 anni che gli Avion Travel non producevan­o un nuovo album, canzoni inedite. L’ultima volta era il 2003 di Poco mossi gli altri bacini. Nel frattempo si sono lasciati e ritrovati. Servillo si è dato al teatro, Mario Tronco ha fondato l’Orchestra di Piazza Vittorio, Ferruccio Spinetti ha creato il duo Musica Nuda con Petra Magoni. Hanno cominciato a registrare Privé nel giorno più brutto della loro storia, il 30 marzo 2017, giorno della morte improvvisa di Fausto Mesolella, il maestro, l’anima musicale del gruppo. Autore tra l’altro di 4 delle nuove 11 tracce. Domani saranno di scena al Teatro Romano ricongiunt­i in formazione originale (ore 21.30, biglietti 25-20 euro) per uno dei concerti di punta dell’Estate Fiesolana. «Siamo gli stessi ma anche diversi. Senza più Fausto. Volevamo evitare di farne un santino, un rituale da esibire. Procediamo senza sentimenta­lismi. Il vero lavoro senza Fausto sarà il prossimo».

La fragilità è il tema centrale nella vita e nella poetica dei «rinati» Avion Travel: «In Privé c’è una parte oscura, che evidenzia la fragilità del gruppo, e una luminosa fatta di ballate. Superare questa fragilità ci è servito per riaffermar­e la nostra identità artistica». Identità che all’inizio del millennio li aveva collocati in una precisa nicchia dove cantautora­to, jazz e teatro si incontrano, solletican­do gli appetiti di un pubblico ricercato. «Nel frattempo il pubblico è cambiato — chiosa — di riflesso al cambiament­o del mondo dei giovani inteso come soggetto culturale: il nuovo pubblico che cerchiamo è quello che crede nella centralità alla parola».

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Sopra gli Avion Travel: il nuovo album si intitola «Privé»

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