Traghetto rotto, una maxi coda per arrivare al porto
Traghetto per l’Elba rotto, auto incolonnate. Il sindaco: «Intervenga il governo»
I vigili, come marinai di vedetta, fiutano la tempesta intorno le 12. «Stanno arrivando», dicono. Agenti e volontari sono ai loro posti dalle 9, pronti al peggio. Venerdì un guasto ha messo ko un traghetto della Moby capace di trasportare 250 mezzi alla volta, lasciando a terra circa mille auto che già avevano prenotato per ieri la traversata verso l’Isola d’Elba. Guasto che ha fatto scattare l’allarme viabilità a Piombino, città e porto a cui si arriva attraverso un’unica strada: la 398. Ed ecco che quelle mille auto, mescolate ai residenti, hanno paralizzato il traffico, tagliando fuori la città, con code fino a 4 chilometri.
La tempesta arriva intorno alle 12.30. Sono appena terminati i traghetti per l’Elba e sta per partire quello per la Sardegna. «Arrivano», dicono gli agenti della municipale, riferendosi ai turisti diretti in terra sarda, che andranno ad aggiungersi a quelli che mirano all’Elba. La coda inizia a formarsi ai cancelli del porto, occupando viale della Resistenza fino a srotolarsi sulla 398. Alle 14 la fila è di 4 chilometri. «Dovevo imbarcarmi alle 13.30», dice scocciato Fabio Torre da Bolzano, uno dei tanti a piedi sulla strada visto il blocco. Tutti, turisti e residenti, iniziano a mettere in conto almeno un’ora di ritardo su qualsiasi programma.
La 398 è da anni al centro del dibattito piombinese. «Il problema si verifica sempre in caso di incidente o disagi con le compagnie, che forse dovrebbero migliorare nel servizio», dice il sindaco Massimo Giuliani, che sulla 398 si è impegnato. È stato lui a ottenere che il progetto per l’ampliamento della strada (bretelle e altre vie per allargare gli ingressi) uscisse dall’accordo su acciaierie e porto: tempi lunghi e responsabilità indefinite. Sei mesi fa il progetto è così ripartito ma per problemi tecnici l’inizio dei lavori previsto per il 2019 è slittato. Forse di un anno. «La questione della 398 deve essere una priorità: faccio un appello al governo perché inizi a interessarsi a Piombino», dice Giuliani.
Questa volta la tempesta è stata annunciata e Comune, Protezione Civile e associazioni si sono organizzate. I vigili fanno scorrere le auto ed evitano la paralisi. Al porto chi scende dall’auto ha l’aria di un sopravvissuto e volge lo sguardo all’Elba. Giuliani ci volge il pensiero: «Piombino è un punto di passaggio: a noi toccano disagio, manutenzione, personale e inquinamento, ma zero ritorno economico. Ma la legge prevede che la tassa di sbarco vada per intero nelle casse delle isole. Da parte dei sindaci elbani mi aspetterei maggiore solidarietà, anche economica». Questioni annose che ancora non vedono la luce. Il traffico, a tardo pomeriggio, invece sì. «Ora scorre», dicono dalla municipale. La tempesta è passata.