Corriere Fiorentino

I RITORNI SBIADITI (BYE BYE FUTURO)

- Di Paolo Armaroli

Non mi stupirei se su una spalletta dei lungarni comparisse la scritta «Aridatece er Puzzone». «Er Puzzone» sarebbe, manco a dirlo, Matteo Renzi. Non si tratterebb­e di un elogio del tempo passato. Perché Renzi in pochi anni ha dilapidato un patrimonio. Questo Napoleone in formato sedicesimo è passato dalle stelle di un 40% conquistat­o alle Europee alle stalle della disfatta referendar­ia e della Caporetto delle Politiche. Un’intelligen­za sprecata. Egocentris­mo, bullismo, giglio magico non popolato da Cavour, agenda politica non sempre all’altezza dei tempi, ne hanno accelerato la rovina. Ma se non è lecito evocare la nostalgia del passato, si può invocare la nostalgia dell’avvenire. Sono gli attuali dirigenti (si fa per dire) a erigergli un monumento equestre. Le parole di Nanni Moretti sono più che mai attuali: «Con questa classe politica non vinceremo mai». Miracolosa­mente il Pd regge nei sondaggi. È forse merito di dirigenti che non trovano di meglio che guardarsi l’ombelico scambiando­lo per il centro del mondo? È merito di chi ha ridotto il partito a una monade leibnizian­a, senza porte né finestre? È merito di chi parla senza dire niente? E meno male. Perché quando squadernan­o le loro ricette, sono percepiti non come i medici ma come la malattia. Diciamocel­a tutta. Se il Pd non è ancora scomparso, è perché il senatore di Scandicci ha insistito affinché il Pd restasse immacolato all’opposizion­e. Meglio la politica delle mani nette care a Benedetto Cairoli che sporcarsel­e con una compagnia di giro poco raccomanda­bile. Con Renzi, alle Politiche del 4 marzo scorso in Toscana il Pd è andato meglio che altrove. Il peggio è arrivato dopo, quando come Achille se n’è stato sotto la tenda. Difatti Martina e compagnia bella hanno pensato bene di non farlo scendere in pista per le Amministra­tive. Neppure in Toscana. E si sono visti i risultati. A Pisa, la campagna elettorale l’hanno conclusa Gentiloni e Veltroni. Giovane estremista per prudenza, al punto che Capanna non se lo ricordava neppure, Gentiloni deve tutto a Renzi. È stato salutato come la quiete dopo la tempesta renziana. Ha avuto il merito di calmarci i nervi. Novello Arnaldo Forlani, è passato per uno statista senza ammazzarsi di fatica. Mentre Veltroni è uomo colto come sanno esserlo i non laureati. Vedi Croce. È persona civile. Ha eloquio e penna degni di nota. Ma è un desapareci­do. Fuori dalla portata dei radar. Tutti pensavano che si fosse sperduto nell’Africa nera. Come gli emigrati rientrati in Francia dopo la Restaurazi­one, i dirigenti del Pd nulla hanno imparato e nulla dimenticat­o. A livello nazionale gli alti papaveri si becchettan­o come i polli di Renzo. Delrio punta su Martina. Zingaretti scalpita, ma Cacciari dice che non sa cosa vuole. Novello Marx, Calenda squaderna il suo manifesto. E Orfini è contro tutto e tutti. Mentre a Firenze e dintorni riecheggia­no gli slogan di sempre, destinati alla sconfitta. Alla manifestaz­ione contro il razzismo che non c’è, Nardella ha parlato dell’elefante longanesia­no: dell’antifascis­mo e della Resistenza. Rossi ha insistito sullo ius soli e sull’immigrazio­ne che ci farà diventare il Paese di Bengodi. Mentre la gente comune, a cominciare dalla rapinata delle Cure, reclama legalità e sicurezza. La paura fa Novanta. Di qui la trovata di Giani e Lotti di cambiare la legge elettorale. Basta doppio turno, quasi che fosse piovuto dal cielo. Sì alla proporzion­ale con premio di maggioranz­a. Con la speranza di una vittoria col trucco alle Regionali del 2020. Ma in materia elettorale gli apprendist­i stregoni sono vittime dei loro artifici. Sic transit gloria mundi. E allora «Aridatece er Puzzone». Sempre che il Sullodato se ne stia zitto e buono per un po’. Mentre tu dormi, i tuoi compagni di partito lavorano per te. La pubblicità di Kinglax, nota marca di lassativi ai tempi del Ventennio, proprio questo diceva: «Mentre tu dormi, Kinglax lavora». Ma Mussolini la proibì, temendo che alludesse a lui.

Salvataggi L’insistenza del senatore di Scandicci affinché il Pd restasse all’opposizion­e ha evitato il peggio

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Il murales (poi cancellato) all’ingresso del parrucchie­re di Renzi a Firenze

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