Corriere Fiorentino

Nomi e cavalli, quando gli errori fanno la storia del Palio

Storie di cavalli e carte d’identità: dal favorito Solu Tue Due ai due Rocchi Gli errori all’anagrafe equina e i nuovi campioni dalla Sardegna, difficili da cantare in rima

- di Daniele Magrini

Solo tu. Per un cavallo che cerca gloria in Piazza del Campo, un nome di questo tipo è un incitament­o e una sfida nello stesso tempo. E se è in lingua sarda — Solu Tue — si aggiunge anche quel retrogusto di orgoglio, che è tipico dell’isola dove nascono cavalli da sogno. Come Solu Tue Due, appunto, che domani correrà il Palio per la Giraffa montato dal fantino pistoiese Jonatan Bartoletti, accoppiata tra le favorite. Il problema è quel «Due», aggiunto in fondo al nome, che scombina di per sé il significat­o semantico di unicità di «Solo Tu».

Ebbene, trattasi di un errore di anagrafe equina. Lo svela uno dei proprietar­i, Lorenzo Pasquinuzz­i: «Alla nascita, quando fu registrato il suo nome, evidenteme­nte c’era già un cavallo dal nome Solu Tue. In questi casi, si aggiunge solitament­e II°, e invece fu trascritto quel Due, che rende il nome difficile». Ogni cavallo, quando dal serbatoio pressoché esclusivo della Sardegna, approda all’ambiente del Palio, oltre al nome si porta dietro dall’isola il libretto, che è la sua carta d’identità, e il microchip. Cambiare non si può. Sarà anche per questo che negli ultimi anni abbondano i nomi difficili da ricordare, come Solo Tue Due, o Trattu de Zamaglia che domani correrà per l’Istrice, o Sorighittu, che in sardo significa Topolino, nella Lupa.

I due cavalli che vinsero il Palio prima dell’interruzio­ne dovuta alla prima guerra mondiale, un nome non ce l’avevano neppure. Negli archivi della vittorie di qual lontano 1914, sono riportati come «Baio» e «Grigio», a cui, per identifica­rli fu aggiunto il nome del proprietar­io, Menotti Busisi. Poi si andava sul semplice: Scodata, Lola, Lina, Tonta, Margiacchi­na perché cavalla del grande cavallaio senese Margiacchi, fino ai grandi protagonis­ti di razza maremmana degli anni Trenta, Folco e Ruello. Ma anche negli ultimi anni del Novecento i cavalli avevano nomi semplici. Sia i plurivitto­riosi, come Panezio, Topolone, Rimini, Urbino, Benito. Sia i gregari come Ringo, Leda, Fiamma, Jolly.

Nomi che oltretutto si addicevano alla ritmica tipica degli stornelli senesi cantati nelle notti di vigilia, per infondere speranza e coraggio. Difficile cantare in rima con Solo Tue Due o Trattu de Zamaglia. E domani sera bisognerà stare attenti a non confondere i due «Rocchi»: uno, Rocco Nice corre nel Drago, l’altro Rocco Ro, nel Leocorno. Entrambi comunque prodotti di quello splendido miscuglio di razza da Palio, che è il mezzosangu­e sardo. Per metà a fondo arabo o inglese, cavalli adatti alla Piazza, che prima si fanno le ossa nell’isola e poi arrivano sul tufo del Campo.

Tra l’altro battezzati con nomi che iniziano con lettere precise in relazione all’età, e che quindi completano il loro giro alfabetico, per poi ripartire. Per esempio, quelli nati quattro anni fa, hanno il nome che comincia con la U, pronti per correre tra un anno a Siena, dove il limite di età è posto a 5 anni. Quando fu di nuovo la U la lettera iniziale, alla fine degli anni Settanta, arrivò un eroe indimentic­abile come Urbino.

Massimo Biliorsi, giornalist­a e scrittore senese a lui e ad altri campioni, ora ha voluto dare voce. Nel suo libro, A cavallo di una

fiaba, diciassett­e grandi cavalli hanno raccontato diciassett­e vittorie, una per contrada. Dice Balente: «Dall’alto del cielo qualche volta spio la feritoia che si apre su Siena, sulla valle tranquilla dei Pispini dove ho lasciato il cuore, fra case e fontane, fra uomini e suoni di vita, mentre accompagno i vostri canti che arrivano fino alle nuvole più alte, quelle increspate di eternità». E Panezio: «Mi hanno voluto bene e hanno accompagna­to con dolci parole il mio passaggio verso quel Paradiso dei cavalli del Palio, dove mi rispettano come uno dei grandi».

Perché i cavalli lo sentono l’amore dei senesi. Che resta, anche se i nomi degli eroi della Piazza, ora sono più difficili.

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(Foto Fabio Muzzi) Solu Tue Due corre per la Giraffa
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Solu Tue Due, montato dal fantino pistoiese Jonatan Bartoletti. Corre per la Giraffa (foto Fabio Muzzi)

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