Quei sacerdoti in prima linea «Una comunità si sta ritrovando»
I cinquemila che venerdì hanno invaso le strade di Figline in solidarietà con i lavoratori di Bekaert, gli applausi dai marciapiedi e dalle finestre, gli striscioni di scuole, associazioni, case del popolo, piazza Marsilio Ficino piena come non la si era mai vista, hanno lasciato un segno forte, «il segno di una comunità che, nel momento del dolore, dimostra che esiste ancora un tessuto sociale, l’amicizia, la solidarietà».
A dirlo è don Luca Meacci, parroco di Matassino, uno dei tanti sacerdoti del Valdarno che ha sentito il dovere di par- tecipare alla manifestazione. Tra di loro c’era anche monsignor Mario Meini, il vescovo di Fiesole: «Essere qui a portare solidarietà ai lavoratori è necessario», aveva detto al corteo, auspicando che la politica trovi «idee e risorse per aiutare famiglie che devono pagare mutui, riuscire a fare la spesa».
Monsignor Giovanni Sassolini, parroco della Collegiata di Figline, noto anche per essere stato molti anni fa il prete di Matteo Renzi a Rignano sull’Arno, in questi giorni ha incontrato tanti operai della Bekaert, «ragazzi che ci lavomiglia rano da 35 anni», e spiega che «lo stipendio di 318 operai è un problema economico sentito da tutta la comunità, perché da quelle buste paga dipende la vita di tante famiglie, ma anche dell’indotto, dei negozi del paese… Insomma, di tutti. Ma — aggiunge — la tanta gente al corteo mette in luce un senso di comunità e di partecipazione che va al di là della questione economica, che racconta il rispetto, la responsabilità sociale, civile e cristiana di un paese. E forse si contrappone alle leggi di mercato seguite da certe multinazionali, che saranno pure
Una partecipazione così va oltre la questione economica E si oppone a leggi di mercato che vanno contro al Vangelo
inattaccabili sul piano del rispetto formale delle regole, ma che di certo non seguono il Vangelo».
Così, per dirla con don Meacci, essere alla manifestazione era più che un dovere, ma «un dato di fatto di fronte a un evento drammatico che tocca tutto il Valdarno». Venerdì in piazza Marsilio Ficino non è mancato un momento di tensione: un piccolo gruppo stava fischiando il discorso del governatore Enrico Rossi, ne è nata una discussione e un operaio di Bekaert ha tirato uno schiaffo a uno dei contestatori: «Così non si fa!», spiega il sacerdote, che era presente e che non ce l’ha tanto con la «piccola pacca», quanto con chi non capisce che «in un momento in cui i lavoratori soffrono, si deve aver rispetto e non buttarla in caciara». Ma don Luca racconta anche una storia di segno opposto: venerdì sera per permettere a tutti di poter partecipare al corteo, aveva posticipato a tarda sera uno spettacolo parrocchiale con i bambini: «Non solo nessuno ha avuto nulla da ridire, ma siccome io sono arrivato a spettacolo ormai quasi finito, quando ho spiegato che mi ero trattenuto al comizio di piazza Marsilio Ficino, tutti mi hanno applaudito. E non era un applauso per me, ma per i ragazzi della Bekaert».