UN ATENEO CHE CRESCE, CON MENO FUORICORSO
Il Censis ha pubblicato la consueta classifica annuale delle Università italiane, stilata in base a strutture disponibili, servizi erogati, livello di internazionalizzazione e capacità di comunicazione 2.0.
Per la prima volta ha censito anche le lauree magistrali biennali.
Alcuni dati fanno ben sperare, a fronte di due mali endemici del sistema universitario: la bassa percentuale di iscrizioni e la scarsa dimensione internazionale dei nostri studenti. Nella zona Ocse l’Italia è penultima, dopo il Messico, con il 18 per cento di dottori, contro il 37 per cento della media.
Tuttavia per il terzo anno consecutivo si registra un incremento delle immatricolazioni. L’istruzione universitaria raggiunge ora il 47 per cento dei diciannovenni italiani. Ai primi posti per nuove immatricolazioni i gruppi disciplinari economicostatistico e ingegneria. Anche la dimensione internazionale acquisisce sempre maggiore consistenza, con un incremento degli studenti che completano il loro percorso di studio in università straniere, con Erasmus+ o con programmi attivati dalla cooperazione internazionale degli Atenei. E viceversa oltre 29 mila studenti stranieri hanno studiato nelle nostre Università. Una traccia indelebile di una concreta unione europea. L’Università di Firenze mantiene, con 86 punti, il secondo posto tra i Mega Atenei italiani, dopo Bologna e a pari merito con Padova. Nel dettaglio, Firenze ottiene 90 punti per i servizi, 77 per le strutture, 97 per la comunicazione, 88 per l’internazionalizzazione e 78 per le borse. Quest’ultimo parametro è destinato a crescere, se avrà successo l’iniziativa promossa dal Rettore Luigi Dei, che dal prossimo anno accademico metterà in palio 1.100 premi da 500 euro per chi si laurea in tempo, con uno stanziamento di oltre mezzo milione di euro. Il bando richiede di aver terminato la carriera accademica nei tempi prestabiliti, e valuterà, nell’ordine, il voto di laurea, la media ponderata degli esami e la condizione economica dello studente. La premiazione si potrebbe tenere il 20 marzo, anniversario dell’incidente in Spagna, nel quale persero la vita tre studentesse dell’Università di Firenze. Per quanto riguarda le lauree triennali è da segnalare il nono posto di Architettura e l’undicesimo in campo agrario veterinario, chimico farmaceutico e sportivo. Nelle magistrali a ciclo unico l’Ateneo fiorentino è settimo con la laurea in Architettura, quattordicesimo per Medicina e Chirurgia e per Giurisprudenza. Tornando alla dimensione nazionale, l’eccessivo numero dei fuoricorso e degli abbandoni è uno dei due maggiori danni sociali legati alle nostre università. Tanti rettori hanno protestato per il taglio dei contributi pubblici, legato al «costo standard per studente in corso», che di fatto cancella dall’Università le centinaia di migliaia di fuoricorso. Accusano di favorire l’esamificio e di abbassare l’asticella delle prove d’esame. L’iniziativa fiorentina va nella direzione opposta, premiando i migliori. E costituisce un esempio da seguire anche nelle scuole, come è accaduto al «Vespucci» di Livorno. Il secondo, più grave, danno sociale è la sempre crescente emigrazione di giovani italiani all’estero, tanti dei quali laureati. Il nostro Paese spende circa 100 mila euro per l’istruzione di uno studente dalle elementari alla laurea, e più di 100 mila giovani, spesso laureati, ogni anno emigrano, con un saldo migratorio dei giovani laureati italiani non solo negativo, ma quasi raddoppiato dal 2012 a oggi. Invertire questa tendenza si può, e si deve. Il governo e il parlamento dovrebbero considerarla un’emergenza nazionale.
Medaglia d’argento
L’Università di Firenze mantiene il secondo posto dopo Bologna E punta sui premi per chi si laurea in tempo: 500 euro a 1.100 studenti