La ruspa di Nardella sulla legge «Niente alloggi a chi delinque»
Richiesta alla Regione: non scimmiotto Salvini, ma va cambiata la norma sulle case popolari
Il sindaco Dario Nardella annuncia: via dalle case popolari i quattro arrestati considerati responsabili dalla procura per la morte di Duccio Dini. Ma soprattutto «la Regione Toscana cambi subito la legge con la nostra proposta: niente casa popolare a chi delinque». Ed a Radio 24 poi aggiunge: «La legalità è un principio, non scimmiotto la destra. Uno degli errori della sinistra è stato quello di essere troppo ambigua sui temi della legalità e della sicurezza. Abbiamo sempre scontato una sorta di remora morale nell’affrontare la questione, quando invece una comunità sicura è più libera». Subito i vertici il Pd regionale Pd seguono Nardella: «Siamo d’accordo e crediamo si possa fare anche di più».
Su come, però, ancora non è chiaro. L’assessore Sara Funaro ipotizzò l’estensione di una norma già prevista (quella per l’allontanamento in caso di violenza alle donne del responsabile, senza che la vittima perda la titolarità dell’assegnazione) a tutti i reati dolosi contro la persona o il patrimonio. Il capogruppo Pd in Consiglio regionale Leonardo Marras, e il presidente della commissione sanità e politiche sociali Stefano Scaramelli (sempre Pd) ipotizzano che «non sia permesso partecipare ai bandi a chi si è macchiato di atti di violenza e prevedere punteggi negativi per i colpevoli di reati contro le persone o le cose». Ed a questo, aggiungere «meccanismi di controllo a tappeto».
Controlli che in realtà già ci sono: ma secondo il deputato di Fdi Giovanni Donzelli sono inefficaci. Donzelli lo afferma pubblicando un video di uno sconto verbale da lui avuto con Sali Gani, «lo stesso cognome di uno dei quattro arrestati», Emin Gani. Sali «dichiarava di vivere in casa con 12 persone. Tutti e due sono residenti in via Accademia del Cimento, tutti e due macedoni. Sarà un caso?». Ma il punto è che lo stesso Sali è proprietario di diverse auto di di lusso (Audi, Mercedes, non recenti), e sia Emin che Gani sono imprenditori: il primo di materiali ferrosi, il secondo di auto. Donzelli fa notare che «denunciai l’anomalia di queste auto nel 2017, il Comune non intervenne, sono tornato là nel 2018 (a febbraio, data del video ndr)» ma che dai successivi controlli, secondo lui, non emerse niente: «È grottesco — commenta quindi Donzelli — che oggi il sindaco provi a rimediare annunciando la “cacciata” dei “criminali” dagli alloggi popolari, aveva tutti gli strumenti per controllare ciò che avevamo denunciato e intervenire prima che succedesse una tragedia». «L’inquilino è ancora assegnatario della casa popolare perché dai controlli effettuati da Casa spa è emerso che i redditi dichiarati e i beni mobili e immobili posseduti sono entro i limiti previsti dalla legge regionale» risponde l’assessore Sara Funaro, che ribadisce così l’importanza di cambiare la legge regionale sull’assegnazioni di case Erp. Ma non si sa quanti, tra i 2.500 in attesa di case popolari, abbiano precedenti, di che tipo: non gli è stato chiesto. Non si capisce come questa regola si dovrebbe confrontare con i molti casi sociali trattati dal Comune, come per esempio chi esce dal carcere con misure detentive attenuate (domiciliari o periodi di prova) per le quali a volte vengono usate case popolari. E non si sa neanche quanti siano gli attuali inquilini con precedenti: varrebbe anche per loro?
La modifica della legge regionale, propone Palazzo Vecchio, dovrebbe riguardare altri punti, tra i quali l’anzianità di residenza nei Comuni dove si chiede di accedere alle case popolari. «Il Pd propone cose che proponemmo noi ed ci bocciò», insiste Donzelli. Attualmente, in realtà, l’anzianità di residenza è già uno dei criteri di punteggio per salire nella graduatoria delle case popolari. Oggi dei 12 mila residenti nelle case gestite a Firenze da Casa spa, l’83% è italiano, il resto straniero. In lista di attesa il 52% è italiano, il resto straniero.
Il sindaco
La sinistra è stata troppo ambigua sui temi della sicurezza. Abbiamo sempre scontato una sorta di remora morale, quando invece una comunità sicura è libera
Il deputato di Fdi
Due volte in passato ho segnalato a Palazzo Vecchio il caso di un rom parente di uno degli arrestati che viveva in un alloggio popolare anche se aveva auto di lusso