«Bullizzata per anni mi sono laureata con la tesi sui bulli»
La tesi all’Università di Siena con i complimenti di Mattarella
«Miss bruttezza e aborto umano sono solo due degli appellativi con cui mi sono sentita chiamare da quando avevo sette anni. Combatto contro i bulli da sempre, oggi so come sconfiggerli e voglio insegnarlo agli altri». Ilaria Bedini, giovane donna affetta da una patologia invalidante, costretta da sempre a difendersi dal fuoco incrociato delle cattiverie, dell’intolleranza e dell’ignoranza, neo dottoressa in Scienza dell’educazione all’Università di Siena, nel dipartimento di Arezzo, ha scritto la sua rivincita, firmando una tesi di laurea dal titolo: «Sconfiggere il bullismo, il contributo dell’educazione». È piena di sogni ancora da realizzare, ha ricevuto le congratulazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha dedicato la sua tesi a mamma Giuliana, che non c’è più, ha festeggiato con gli amici e il fidanzato, Federico, che le ha insegnato quanto è bello essere amate. «Oggi sono fortissima, non ho paura di nessuno, non mi spaventano. Eppure ho creduto di non farcela — racconta — ho dovuto costruire il mio nuovo carattere. Si può morire per colpa del bullismo, perchè è un veleno che oggi si insidia ancora più veloce attraverso i social. Per questo ho studiato soprattutto il cyber-bullismo e porto la mia esperienza tra i giovani nelle scuole”. Alla base, scrive Ilaria nelle premesse della sua tesi, c’è la comunicazione, la condivisione del problema e poi la denuncia. «Bisogna parlarne— spiega Ilaria — e non avere vergogna di raccontare cosa ci accade. Le scuole sono la chiave, luoghi dove aprire sportelli, dove trasmettere cortometraggi, creare progetti, leggere poesie scritte da chi è stato vittima di bullismo e si è rifugiato nella letteratura». «Nel suo lavoro — dice la professoressa Loretta Fabbri, relatrice della tesi di laurea — Ilaria dà indicazioni metodologiche per la scuola, raccoglie testimonianze ed elogia il principio esistenziale della lotta e della speranza, invitando le vittime a non arrendersi mai. Un lavoro denso di emozioni, sentimenti e passioni». Da “grande” Ilaria farà l’educatrice e tra i suoi progetti c’è anche quello di costruirsi una famiglia: «Già mi reco nelle scuole con i miei progetti, ma vorrei diventasse la mia professione. Mamma guardami ce l’ho fatta».
La dedica
Da grande farò l’educatrice nelle scuole, oggi mi sento amata, sogno una mia famiglia Mamma, guardami, ce l’ho fatta