Ucciso dal marmo Aveva un contratto per sei giorni
Carrara, l’operaio aveva un contratto di 6 giorni. Rossi: effetto della precarietà. Minuto di silenzio in Senato
Muore operaio a Marina di Carrara schiacciato da un blocco di marmo, mentre lavorava in un piazzale di stoccaggio. Luca Savio aveva 37 anni e un contratto di lavoro di soli sei giorni. È la settima vittima del settore lapideo dal 2015. Un minuto di silenzio durante i lavori al Senato e lutto cittadino a Carrara.
Luca Savio aveva 37 anni, una figlia di 11 mesi e un contratto di sei giorni: è morto schiacciato da un blocco di marmo, nel piazzale dell’azienda per cui lavorava a Marina di Carrara, la F.C Autogru Srl.
Il marmo lo ha travolto davanti all’area di stoccaggio: lavorava attorno al mezzo pesante che stava scaricando lastre e blocchi; è stato un attimo, una distrazione, ma «non è stata una fatalità — commenta il segretario provinciale della Cgil di Massa Carrara Paolo Gozzani — Abbiamo molti dubbi sulla dinamica dell’incidente, i testimoni non parlano con chiarezza. È una piccolissima realtà, non sindacalizzata. Quando siamo arrivati non riuscivamo a capire neanche quanti dipendenti ci fossero e che tipo di mansioni avessero».
Savio aveva firmato il suo contratto il 6 luglio scorso, il 9 luglio aveva iniziato a lavorare e il 15 luglio sapeva che sarebbe stato già licenziato: un contratto di soli sei giorni, di cui la Cgil non si capacita. Nella sua vita aveva fatto di tutto: cameriere, gruista e qualcosa nel settore della nautica; in passato aveva firmato un primo contratto di otto mesi con la F.C Autogru srl e attualmente si trovava in cassa integrazione.
Il 6 luglio era stato ricontattato, questa volta per firmare un contratto che la Cgil definisce «surreale». «Un giovane ha perso la vita per nemmeno una settimana di lavoro — dichiara Gozzani, ricordando che l’ultimo incidente mortale era avvenuto soltanto due mesi fa — non appena si è diffusa la notizia, è scattata la solidarietà di tutti i cavatori che hanno immediatamente abbandonato il posto lavoro, e così hanno fatto in tanti, in tutto il settore lapideo. La tragedia di oggi è indice di fallimento di tutta la nostra comunità».
Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che sulla sicurezza nelle cave ha investito già diversi milioni di euro, parla di «effetti di un’inaccettabile precarietà»e di un «enorme problema non solo di cultura della sicurezza, ma di rispetto delle regole, di fronte al quale chiamo ancora una volta alla responsabilità tutti i soggetti coinvolti nel mondo dell’impresa, dell’industria e del lavoro». Per le cave apuane non c’è davvero pace: soltanto due mesi fa un operaio di 58 anni era morto schiacciato sotto una pala meccanica, il sesto incidente mortale registrato dal 2015; i cavatori, invece, hanno da pochi giorni concluso uno sciopero storico, durato sei giorni consecutivi, per chiedere più sicurezza e più tutele contrattuali. Ieri mattina in Senato è stato osservato un minuto di silenzio e da Carrara il sindaco Francesco De Pasquale ha proclamato il lutto cittadino .
Cordoglio Il sindaco De Pasquale ha proclamato il lutto cittadino La Cgil: non è fatalità