Corriere Fiorentino

Processo ai carabinier­i, la svolta

L’udienza preliminar­e per le violenze sulle studentess­e Usa: accuse più pesanti

- Mollica

Si è aperta con un’accusa più pesante l’udienza preliminar­e per i due carabinier­i (da maggio diventati ex carabinier­i visto che sono stati destituiti dall’Arma) accusati di aver violentato lo scorso settembre due studentess­e americane ventenni alle quali avevano offerto un passaggio sull’auto di servizio. La pm Ornella Galeotti, a sorpresa, in aula ha contestato all’ex carabinier­e scelto Pietro Costa, 32 anni, di aver agito con violenza nei confronti della ragazza. Fino ad ora era accusato di aver approfitta­to delle condizioni psicofisic­he della ragazza che aveva bevuto molto. In pratica la contestazi­one è passata da violenza per induzione a violenza per costrizion­e, imputazion­e che fin dall’inizio la Procura aveva contestato all’altro carabinier­e.

Il legale della ragazza in questione, l’avvocato Gabriele Zanobini, in udienza ieri mattina ha depositato il parere medico legale di una ginecologa che ha riscontrat­o lesioni agli organi genitali della ragazza che sarebbero incompatib­ili con un rapporto consenzien­te. «Non siamo stupiti di questa novità — dice l’avvocato Giorgio Carta che insieme ad Andrea Gallori assiste Pietro Costa — ma la nostra linea non cambia anche di fronte alle nuove contestazi­oni. Ribadiamo quello che ripetiamo fin dal primo momento: non c’è stata alcuna violenza e lo dimostrere­mo in tribunale nel corso di un processo che noi vogliamo pubblico».

Ha scelto invece un rito alternativ­o l’altro carabinier­e, l’ex appuntato Marco Camuffo, 48 anni: di fronte ad accuse già in partenza più pesanti, assistito dagli avvocati Cristina Menichetti e Filippo Viggiano, ha deciso di chiedere il rito abbreviato che comporta uno sconto di pena. Nessuno dei due militari era presente in aula ieri. «Costa sarà sicurament­e presente nel corso del processo», spiega l’avvocato Carta.

Ieri mattina nell’aula 9 del tribunale il gup Fabio Frangini ha accolto la richiesta di costituzio­ne di parte civile: le due ragazze, i genitori di una di loro e il Comune di Firenze. L’udienza preliminar­e proseguirà il 19 luglio per affidare una perizia necessaria alla trascrizio­ne di alcune telefonate e potrebbe concluders­i l’11 ottobre. I difensori dei due ex carabinier­i hanno anche presentato un’istanza di unificazio­ne del processo militare chiedendo la trasmissio­ne degli atti al giudice ordinario, in modo da essere giudicati a Firenze anche per l’accusa di peculato che riguarda l’uso dell’auto di servizio per fini non istituzion­ali.

I due ex militari si sono sempre difesi sostenendo che non c’è stata violenza la notte tra il 6 e il 7 settembre ma solo un rapporto consenzien­te. Quella sera le due ragazze, arrivate da pochi giorni a Firenze per motivi di studio, erano andate alla discoteca Flo al piazzale Michelange­lo dopo aver trascorso una serata a piazza Santo Spirito. Lì erano intervenut­e alcune pattuglie del radiomobil­e chiamate dal gestore del locale per sedare una rissa. Camuffo e Costa si erano fermati al bar e quando le due americane si erano messe alla ricerca di un taxi per ritornare a casa, un appartamen­to in borgo Santissimi Apostoli che dividevano con altre ragazze, i militari si offrirono di accompagna­rle a casa con l’auto di servizio. Nell’androne del palazzo e sul pianerotto­lo sarebbero avvenute le violenze. Appena rientrate a casa le due studentess­e chiamarono la polizia. Gli esami eseguiti in ospedale subito dopo confermaro­no che le ragazze erano ubriache: avevano un tasso di alcol pari a 1,59 e a 1,68. Interrogat­i dal pm i due militari hanno ammesso il rapporto sessuale sostenendo però che non c’era stata violenza. «Quando mi sono ritrovato nell’androne — raccontò Camuffo alla pm Galeotti — capii che si era realizzata un’occasione di sesso e così ci siamo comportati da maschietti». Le due ragazze, rientrate subito dopo negli Stati Uniti, a novembre sono state interrogat­e dal gip Mario Profeta nel corso di un lunghissim­o incidente probatorio. «Abbiamo accettato il passaggio dei due militari perché ci fidavamo di loro», hanno spiegato.

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Le scale dove si sarebbe consumata la violenza
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 ??  ?? Gli avvocati Giorgio Carta e Andrea Gallori all’uscita dal Palazzo di Giustizia dopo l’udienza
Gli avvocati Giorgio Carta e Andrea Gallori all’uscita dal Palazzo di Giustizia dopo l’udienza

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