Corriere Fiorentino

La richiesta al Governo: commissari­ate il Forteto

Presentata la richiesta a Di Maio. E Gelmini (Forza Italia): inchiesta parlamenta­re

- Gori

Commissari­are la cooperativ­a Il Forteto: la richiesta, rivolta al ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, è stata depositata formalment­e ieri alla Camera. A presentare la mozione è stato il deputato toscano di Forza Italia, Stefano Mugnai, con allegate le firme di 14 colleghi di partito. Il documento di 9 pagine ricostruis­ce la storia del Forteto, del profeta Rodolfo Fiesoli, delle vittime e dei processi, e si chiude con la richiesta al Mise di «verificare con urgenza la sussistenz­a dei presuppost­i per la nomina di un commissari­o che gestisca la cooperativ­a agricola in modo tale da dissociarl­a completame­nte dalla precedente gestione e dall’associazio­ne (la comunità, ndr), di cui sono tuttora parte tutti i condannati e in generale il gruppo dei fondatori». La mozione sottolinea anche specifici interventi economici che, secondo Forza Italia, andrebbero messi in atto: dall’alienazion­e degli edifici della coop abitati dai membri della comunità, alla concession­e del Tfr a quanti negli anni sono scappati dal Forteto. Già nel 2013 il ministero aveva inviato due ispettori al Forteto, che a fine indagine avevano formalment­e proposto il commissari­amento. «Sussistono le condizioni», dichiarò la prima delle due commission­i del Mise che valutò il caso, mentre la seconda ripiegò su una serie di correttivi che mantennero in sella il cda. Ora, le condizioni politiche sono cambiate, il Movimento 5 Stelle in Toscana ha più volte manifestat­o la propria distanza dalla gestione del Forteto. E, anche se la decisione spetta ai dirigenti e non ai politici, a capo del Mise c’è il leader grillino Luigi Di Maio.

La mozione di Mugnai punta l’indice contro la comunità e chiede al governo di «riconoscer­e la natura di setta distruttiv­a dell’associazio­ne Il Forteto» e, inoltre, lo invita a riformare i servizi sociali, il sistema di giustizia minorile, e a «adottare opportune misure di sostegno per coloro che hanno subito gravi violenze e danni diretti e indiretti dal sistema de Il Forteto». Infine, ricorda la necessità di istituire una commission­e bicamerale d’inchiesta sulla comunità mugellana che, a differenza delle scorse commission­i regionali d’inchiesta, avrebbe poteri inquirenti per indagare sulle coperture politiche del Forteto.

Nei giorni scorsi, il parlamenta­re toscano aveva depositato la richiesta di istituzion­e della commission­e e, proprio ieri, Mariastell­a Gelmini ha chiesto in conferenza dei capigruppo di mettere nel calendario dell’aula, per il prossimo autunno, la discussion­e della proposta. Intanto, continua la rivolta sul web contro la scarcerazi­one, avvenuta lo scorso fine settimana, dell’ex leader del Forteto Rodolfo Fiesoli: la Cassazione ha deciso, dopo sei mesi a Solliccian­o, di liberare il «profeta» perché, se la sua condanna per abusi sessuali e maltrattam­enti è ormai definitiva, non lo è invece il calcolo della pena che dovrà essere riesaminat­o dalla Corte d’Appello. Così, le vittime continuano a pubblicare su Facebook le proprie fotografie con cartelli di protesta: «Sono vittima del sistema Forteto-Fiesoli e vittima della (in)giustizia dello Stato italiano». Ora, anche persone estranee alla vicenda, parlamenta­ri compresi, avviano una campagna di solidariet­à: «Ci metto la faccia —scrivono postando le foto sui social— Sto con le vittime del Forteto».

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La protesta social cominciata due giorni fa con le vittime e proseguita ieri con altre persone, non vittime del sistema Forteto, ma che «ci mettono la faccia» per solidariet­à A sinistra Lidia Favilla, accanto il deputato di Forza Italia Stefano Mugnai
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